Appalti

Municipalizzate, Anac contro l'eccesso di affidamenti in house: spiegare qual è la convenienza

Il presidente Busia sul Ddl Concorrenza: solo il 5% sceglie le gare, serve più mercato

di Mauro Salerno

Troppo poco mercato, troppi affidamenti diretti senza che nessuno si preoccupi di spiegare qual sarebbe la convenienza per le casse pubbliche. Il presidente dell'Autorità Anticorruzione Giuseppe Busia interviene senza troppi giri di parole nel dibattito sulla legge per la concorrenza, ora all'esame del Senato, prendendo di mira l'eccesso di gestioni in house da parte delle aziende municipalizzate.

Secondo i dati dell'Autorità il ricorso all'in-house porta gli enti locali ad assegnare in via diretta fino al 93% degli affidamenti, lasciando alle gare per i servizi una quota irrisoria pari a soltanto il 5% del totale. Un'esagerazione, per l'Autorità, che non trova alcun riscontro di motivazione. «Il Codice dei contratti pubblici già prevede per le amministrazioni locali la necessità di spiegare le ragioni del ricorso a società controllate», attacca il presidente dell'Anac. Ma evidentemente questo ancora non basta.

Per Busia «occorre indicare con chiarezza nel Ddl Concorrenza che, prima di ricorrere ad assegnazioni di appalti e concessioni in-house, le stazioni appaltanti devono fornire e rendere pubbliche con precise motivazioni di convenienza economica e sociale le ragioni che portano a scegliere l'in-house, invece della gara».

Per l'Autorità, che già gestisce l'elenco delle società in-house, tale motivazione deve dare conto anche della convenienza economica di non fare la gara e di non ricorrere al libero mercato. Con la possibilità di un intervento diretto dell'Anticorruzione, in caso di scelte ingiustificate. «Come Anac - spiega Busia - chiediamo al Parlamento di inserire un termine di trenta giorni, durante i quali sarà possibile valutare l'adeguatezza delle ragioni delle amministrazioni ed eventualmente impugnare il ricorso all'in-house. In ogni caso, anche tali affidamenti dovrebbero confluire nella banca dati nazionale dei contratti pubblici dell'Anac. Questo per permettere un confronto sulla convenienza, guardando come sono realizzati i servizi sul mercato, e a quale prezzo. In tal modo aumenterà la trasparenza e così, alla fine, si incentiveranno le scelte dirette a offrire servizi migliori ai cittadini».

Per questo la norma già messa a punto dal governo ora all'esame del Senato deve essere rafforzata e messa a sistema. «Si tratta di risorse importanti e servizi essenziali, dall'elettricità al gas, passando per il trasporto pubblico locale e i rifiuti: una parte fondamentale dell'economia nazionale e locale. Bisogna far sì che gli affidamenti siano fatti in modo conveniente, in caso contrario si rischiano danni e perdite».

La concorrenza, per Busia, va incentivata anche sui prezzi dei farmaci, applicando il criterio del prezzo di riferimento elaborato da Anac su i vari prezzi dei farmaci,e di estendere a tutti i responsabili delle strutture sanitarie l'applicazione delle incompatibilità ora in vigore solo per i direttori generali, i direttori amministrativi, i direttori sanitari, inserendo tale dispositivo nel Ddl Concorrenza. «La misura – conclude Busia - eviterebbe conflitti di interessi e legami tra nominato e nominato, come nei casi di chi ha ricoperto incarichi politici o li ricopre contestualmente. Il merito deve essere l'unico elemento che spinge ad individuare queste figure, in ambito sanitario e in tutta la pubblica amministrazione. Perciò bene la rapidità nei concorsi, ma senza rinunciare alla qualità».

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