Urbanistica

Bonus edilizi, il sequestro dei crediti ceduti può travolgere tutte le detrazioni casa

Cassazione: il principio è applicabile a tutte le detrazioni casa, non vale più soltanto per il superbonus

di Giuseppe Latour

I crediti ceduti a banche e altri soggetti sono sequestrabili; non conta la buona fede di chi ha comprato. La Cassazione conferma la linea dura sul tema dei sequestri dei crediti fiscali legati ai bonus edilizi. E, anzi, allarga il tiro: il principio è applicabile a tutte le detrazioni casa, non vale più soltanto per il superbonus, che era al centro di una serie di sentenze della Terza sezione penale della Cassazione di fine ottobre (tra queste le n. 40866, 40867, 40869).

È il senso della sentenza n. 44647 della seconda sezione penale della Cassazione, depositata ieri, che esamina il caso di un pacchetto di crediti acquistati da Poste italiane e stavolta collegati a un bonus facciate. La vicenda segue uno schema ormai frequente. Il Gip emette un decreto di sequestro preventivo di somme e crediti fiscali nell’ambito di un’indagine per più reati di truffa aggravata: secondo l’ipotesi accusatoria, questi crediti erano del tutto fittizi. Questo decreto viene, però, annullato per la parte che riguarda i crediti nel cassetto fiscale di Poste: la società, infatti, era totalmente estranea alla truffa (e anzi era parte offesa) e quindi a lei non si poteva applicare lo strumento del sequestro impeditivo.

Si arriva, così, con un altro ricorso, all’ultima decisione. Come per le precedenti sentenze, la difesa puntava sul fatto che il diritto alla compensazione del credito non è legato alla detrazione, ma nasce con la comunicazione dell’opzione di cessione e sconto. Quindi, le contestazioni che travolgono la detrazione non toccano i diritti di chi ha acquistato in buona fede.

Per la Cassazione questo schema non funziona. Così, è «non condivisibile» la conclusione per la quale la «pacifica buona fede della società» le consentirebbe di far circolare i crediti. Lo scollamento tra il presupposto per l’insorgenza del credito e il credito è «inammissibile». Il motivo è che le opzioni per la cessione e lo sconto in fattura sono una derivazione del diritto originario. Quindi, la sentenza conferma la precedente impostazione sul sequestro in materia di superbonus e la applica in modo identico anche al bonus facciate: di fatto, il ragionamento riguarda da adesso tutti i bonus edilizi. Il sequestro preventivo di tipo impeditivo «implica l’esistenza di un collegamento tra il reato e la cosa e non tra il reato e il suo autore, sicché possono essere oggetto del sequestro anche le cose in proprietà di terzo estraneo». La buona fede del soggetto parte offesa delle truffe, allora, «non preclude il sequestro preventivo».

Non è la sola novità arrivata ieri sui bonus casa. In commissione Finanze alla Camera il sottosegretario all’Economia, Federico Freni ha risposto a due quesiti. Nel primo ha esaminato la proroga del 110% per gli Iacp: attualmente il superbonus è previsto per loro solo fino al 31 dicembre 2023, per gli interventi per i quali al 30 giugno sia stato raggiunto il 60% dei lavori. Una possibile proroga «potrà essere valutata in coerenza con i vincoli imposti dal rispetto dei saldi programmati di finanza pubblica». La strada per un rinvio appare in salita.

Altra risposta è arrivata su Poste e il blocco degli acquisti di crediti. «Poste italiane - ha spiegato - ha da sempre fatto valere il proprio indiscusso sostegno, e si rende ancora una volta disponibile a ogni tipo di confronto, nell’intento di addivenire a una soluzione equilibrata, condivisa, che tenga conto di tutti gli interessi coinvolti, incluse la sostenibilità del bilancio e delle regole contabili cui anche il bilancio di Poste italiane è sottoposto».

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