Appalti

Enti locali e Pnrr, 40 miliardi di appalti da aggiudicare entro un anno

Per far fronte agli impegni del primo trimestre 2023, serve subito assistenza tecnica. Garofoli: un sistema di centrali di committenza, al via la piattaforma Capacity

di Giorgio Santilli

È la prova più difficile e delicata su cui si gioca nei prossimi mesi la riuscita del Pnrr: gli enti locali dovranno aggiudicare 40 miliardi di appalti e già al primo trimestre del 2023 una larga quota di questi interventi dovrà essere arrivata al contratto di appalto. Parliamo di settori di assoluta importanza per l’attuazione del Pnrr come il dissesto idrogeologico, la rigenerazione urbana, la riduzione del rischio idrogeologico, la realizzazione di mense, asili nido e “nuove scuole”, progetti di riqualificazione dei borghi, le piste ciclabili, il rinnovamento del parco ferroviario regionale.

Questa fotografia è stata data dal sottosegretario alla Presidenza del Consiglio, Roberto Garofoli, nel suo intervento al Festival dell’Economia di Trento, Garofoli ha fatto esplicitamente capire che Palazzo Chigi e il governo seguono con grande attenzione questo percorso. Per arrivare puntuali a questi appuntamenti, che saranno via via sottoposti alla verifica della commissione Ue, è necessario, infatti, partire da subito con un percorso che richiede un salto di qualità della «capacità amministrativa» e - ha detto Garofoli - «il coordinamento dei livelli istituzionali».

Fondamentale, in particolare, risulterà l’assistenza tecnica centrale agli enti locali che nei prossimi mesi dovranno predisporre i vari livelli di progettazione, scrivere i bandi di gara, rafforzare le strutture tecnico-amministrative, svolgere le procedure di gare, arriva alla firma del contratto di appalto nei tempi previsti.

Anche Palazzo Chigi sa bene che gli enti locali rischiano di essere il fronte più fragile dell’intera attuazione del Pnrr. Per questo il governo sta valutando già ora diverse ipotesi di assistenza tecnica e alcune sono già state avviate, soprattutto quelle che fanno leva sulle più importanti società pubbliche. Invitalia sta già operando come «centrale di committenza», per esempio per comuni e città metropolitane che hanno avuto accesso con le loro proposte al programma di rigenerazione urbana «Qualità dell’abitare». Cassa depositi e prestiti ha avviato interventi di supporto ai Responsabili unici del procedimento (Rup) degli enti territoriali, in particolare nella sanità e nel trasporto pubblico locale.

«Entro poche settimane - ha detto Garofoli - sarà poi operativa un’apposita piattaforma, Capacity Italy, con cui Invitalia Cdp e Mediocredito centrale potranno fornire assistenza tecnica “a sportello” agli enti locali che ne faranno richiesta, supportandoli nella progettazione, nella predisposizione della documentazione di gara e contrattuale, nella definizione degli aspetti economico-finanziari degli interventi e anche nella fase di esecuzione dei lavori».

In questo modo Palazzo Chigi conferma di considerare una priorità assoluta questo percorso - da oggi fino alle aggiudicazioni del secondo semestre 2022 e del primo trimestre 2023 - e «una valenza fondamentale» l’accompagnamento degli enti locali: il governo sta «verificando la possibilità di estendere a ulteriori linee progettuali gli strumenti di supporto, in parte centralizzato, alla gestione delle procedure di evidenza pubblica», quindi alle gare.

L’altro aspetto su cui Palazzo Chigi intende dare un «forte impulso» è quello del contrasto alle infiltrazioni mafiose. I dati destano preoccupazione: il numero delle interdittive antimafia che hanno colpito le imprese sono andate via crescendo dalle 122 del 2014 alle 814 del 2020, con una allarmanete crescita anche al Nord (+350%).

Questi dati - ha detto Garofoli - segnano non solo la maggiore diffusione dei tentativi di infiltrazione ma anche la risposta degli organi dello Stato nel fronteggiare il fenomeno. Sono cresciuti, in particolare, i protocolli di impresa della Guardia di finanza con le amministrazioni titolari di interventi, mentre il decreto legge del novembre 2021 ha rafforzato il sistema di prevenzione antimafia «nella prospettiva di di prevenire i rischi di infiltrazione delle aziende e di consentire che le autorità pubbliche intervengano già in presenza dei primi segnali, ma al contempo senza un intervento pubblico paralizzante, quale quello che si produce con l’iterdittiva».

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