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Tfr ai dipendenti pubblici, tempi di pagamento all’esame della Consulta

Se la Corte dovesse giudicare illegittima l’attuale disciplina l’impatto sulle casse pubbliche sarebbe assai significativo

di Andrea Marini

Si è svolta ieri davanti alla Corte costituzionale l’udienza sui tempi di pagamento del Tfr ai dipendenti pubblici. Sotto la lente dei giudizi costituzionali che dovranno valutarne la legittimità ci sono in particolare due norme. La prima è costituita dall’articolo 3, comma 2, del decreto legge n. 79 del 1997 che dispone che le indennità di fine servizio spettanti ai dipendenti pubblici siano corrisposte decorsi 24 mesi dalla fine del rapporto di impiego, oppure 12 mesi in caso di cessazione per raggiunti limiti di età o di servizio; la seconda è l’articolo 12, comma 7, del decreto legge n. 78 del 2010 che prevede che tali indennità siano rateizzate fino a un massimo di tre versamenti annuali, diversamente articolati a seconda dell’ammontare della prestazione.

Se la Corte dovesse giudicare illegittima l’attuale disciplina l’impatto sulle casse pubbliche sarebbe assai significativo. Andrebbero reperite risorse aggiuntive per spesare i trattamenti di fine rapporto di decine di migliaia di dipendenti pubblici: secondo stime sindacali solo nel 2024 dovrebbero andare in pensione circa 150.000 dipendenti pubblici. Inps in grandissima difficoltà quindi, tanto che, davanti alla Consulta, in una memoria l’Istituto distingue il trattamento da corrispondere a seconda della data di assunzione, precedente o successiva al 31 dicembre 2000.

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