Urbanistica

Ok a Ddl delega su «codice della ricostruzione»: indennizzi alternativi al contributo pubblico

Verso un dipartimento ad hoc a Palazzo Chigi per gestire l'intera fase post-emergenza

di Massimo Frontera

Una sorta di ministero delle ricostruzioni post catastrofe per gestire la complessa - e lunga - fase che inizia una volta terminato lo stato di emergenza. Il futuro dipartimento di Palazzo Chigi delegato alle ricostruzioni - previsto dal Ddl delega approvato da Palazzo Chigi nell'ultima riunione del 21 gennaio - dovrebbe poi accompagnare il graduale ritorno delle popolazioni a una vita normale, attuando tutte le misure necessarie non solo a riparare i danni materiali ma anche a rimarginare le ferite sociali e a rilanciare il tessuto economico. Si tratterebbe, in sostanza, di una struttura di governo complementare al dipartimento della Protezione civile, che potrà meglio focalizzarsi sulla assistenza della popolazione nella iniziale fase del primo soccorso e dell'emergenza.

E proprio capo dipartimento della Protezione civile Fabrizio Curcio, insieme al commissario alla ricostruzione del Centro Italia Giovanni Legnini e e al capo dipartimento di Casa Italia Elisa Grande hanno proposto e contribuito a stendere il testo del Ddl delega del "codice della ricostruzione". L'operazione servirà a razionalizzare le strutture di governo che a vario titolo vengono coinvolte in caso di calamità naturali, in particolare il dipartimento di Casa Italia (la cui mission, tuttora non chiara, si è andata modificando a partire della sua istituzione, nel 2016, per iniziativa dell'allora premier Matteo Renzi) e il dipartimento della Protezione civile, che verrebbe sgravato da compiti e funzioni estranee a una assistenza emergenziale sul campo. La nuova struttura della presidenza del consiglio potrebbe accogliere in organico anche «professionalità attualmente impegnate nelle ricostruzioni dell'Aquila, dell'Emilia-Romagna e del Centro Italia».

L'opera di razionalizzazione riguarderà anche i diversi regimi normativi che regolano le attività di ricostruzione dei vari pezzi del Paese travolti da terremoti e calamità. Oggi in Italia, ricordano Legnini, Curcio e Grande, sono in corso almeno sette ricostruzioni post sisma, ciascuna con le sue regole, le sue procedure, un proprio modello di gestione: «il codice - spiegano - nasce proprio per superare questa frammentazione, che genera confusione normativa e diseguaglianze nei diritti riconosciuti ai cittadini colpiti dalle catastrofi naturali». L'obiettivo, dunque, è definire «un quadro normativo uniforme per le attività di ricostruzione post sisma, con l'attuazione di un modello che garantisca certezza, stabilità e velocità di questi processi, e che al tempo stesso assicuri una ripresa delle attività economiche e sociali nei territori colpiti».

Ma quale sarà lo standard unico che prenderà il posto delle diverse norme specifiche? In attesa del testo, la nota diffusa congiuntamente da Legnini, Curcio e Grande, prevede che il nuovo dipartimento delegato alle ricostruzioni possa nominare i commissari straordinari per le ricostruzioni più complesse. Viene poi introdotto il principio che la ricostruzione deve includere non solo la riparazione dei danni materiali ma anche a recuperare il tessuto socioeconomico, ad esempio con aiuti alle imprese. In caso di danni molto elevati e «situazioni complesse» si prevede inoltre di attuare una ricostruzione pubblica con progetti unitari dei centri urbani e storici dei comuni più colpiti. Per le opere pubbliche sono previste semplificazioni e meccanismi di accelerazione, come l'obbligo di utilizzare centrali uniche di committenza. «Per la prima volta - segnalano inoltre Legnini, Grande e Curcio - si apre alla possibilità di introduzione di polizze assicurative private per il ristoro dei danni da sisma, delegando il Parlamento a valutare l'eventuale introduzione di forme di indennizzo diverse dal contributo pubblico».

Il ddl delega accoglie il modello di governo adottato nel Centro Italia, svolto attraverso una cabina di coordinamento guidata dal capo dipartimento o dal commissario, con i presidenti delle Regioni interessate, i rappresentanti dei sindaci e il capo dipartimento della Protezione Civile. Confermati anche gli uffici speciali regionali, l'utilizzo di piattaforme telematiche e i controlli di legalità «con il rafforzamento della Struttura di missione del Ministero dell'Interno». Tempi? Il commissario Legnini si augura che il Parlamento possa approvare il ddl delega «in tempo utile per il varo del Codice entro la Legislatura».

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