Personale

Incarichi dirigenziali della Pa, salta la stabilizzazione

La norma, approvata in commissione al Senato, sarà stralciata dal maxiemendamento al decreto taglia-prezzi su cui il governo pone la fiducia

di Gianni Trovati

Retromarcia. Salta la stabilizzazione degli incarichi dirigenziali nei ministeri e nelle regioni che era stata infilata nel decreto taglia-prezzi.

La normetta, approvata in commissione al Senato, sarà stralciata dal maxiemendamento su cui il governo pone la fiducia.

Il meccanismo prevedeva la possibilità per ministeri e regioni di attivare «procedure straordinarie di inquadramento in ruolo» dei titolari di incarichi temporanei (gli «articolo 19» nel linguaggio degli uffici pubblici) e in aspettativa da altre Pa. In pratica, la norma avrebbe consentito il trasloco definitivo dei dipendenti pubblici arrivati per esempio in un ufficio di staff di un ministro o di un presidente di regione. Il tutto con una selezione per titoli ed esame orale, con una deroga non piccola alla via del concorso.

La notizia dell’emendamento su NT+ Enti locali & edilizia di ieri ha acceso le polemiche. «Su questa strada si distruggono il principio del merito e del concorso pubblico», ha tuonato l’Associazione classi dirgenti della Pa. «La norma è incostituzionale», ha tagliato corto l’Unione nazionale dei dirigenti di Stato. Considerazioni che, evidentemente, sono arrivate dritte sullo scranno più alto di Palazzo Madama

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