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E dei Psr 2014-2020 le Regioni hanno speso meno del 20%

A quattro anni di distanza dal loro stanziamento, per i Programmi di sviluppo rurale (Psr) sono stati spesi soltanto 3,8 miliardi di euro, a fronte di una dotazione finanziaria complessiva per il periodo 2014-2020 di 20,9 miliardi. A due terzi del cammino, insomma, le regioni italiane hanno speso meno del 20% della somma a loro disposizione, tra risorse pubbliche e fondi comunitari Feasr.

L’allarme arriva dal presidente dell’Alleanza delle cooperative agroalimentari, Giorgio Mercuri: «Si tratta di stanziamenti molto importanti per la competitività della nostra agricoltura, che non possiamo correre il rischio di perdere». Sui Psr pende anche la spada di Damocle del cosiddetto disimpegno automatico con la regola N+3, stabilito da quest’anno dalla Commissione europea: in pratica, tutti gli stanziamenti di bilancio per l’anno 2015 che non saranno spesi entro il 31 dicembre 2018 (2015+3) verranno definitivamente persi. E mentre ci sono regioni come l’Emilia Romagna, il Veneto, la Lombardia o la Toscana che hanno già raggiunto il loro obiettivo di spesa, altre - come la Liguria o l’Abruzzo - rischiano di vedere parte dei fondi andare in fumo entro la fine dell’anno.

Queste risorse sono destinate a finanziare vari tipi di interventi in agricoltura, dalla competitività delle aziende agricole alla protezione dell'ambiente. E se per il 2018 la regola del disimpegno automatico potrà colpire un massimo di 60 milioni di euro, più preoccupante si farà la situazione negli anni a venire e già a partire dal 2019, visto che le regioni italiane, sul piano di spesa 2014-2020, sono piuttosto indietro. Secondo i dati dell’Agea - che funge da organismo pagatore per conto di 13 regioni su 20 - anche le regioni più virtuose come l’Umbria o la Sardegna in quattro anno non hanno saputo speso più del 30% del totale dello stanziamento: riusciranno a spendere il restante 70% in soli quattro anni ancora?

«Così come è concepito, il meccanismo di gestione dei Psr è molto complicato», sostiene Leonardo di Gioia, assessore alle Risorse agroalimentari della Puglia e coordinatore della Commissione Politiche Agricole della Conferenza delle Regioni. Ad oggi la Puglia ha speso circa il 28% dei fondi a sua disposizione. «In futuro - prosegue l’assessore - la Commissione Ue propone di centralizzare la gestione di questi fondi, ma non credo che sia questa la via giusta per semplificare. La gestione deve rimanere in capo alle regioni».

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