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Spid: 26,1 milioni di utenti, raddopia il numero ma l'identità è ancora sottoutilizzata

I risultati della ricerca dell'Osservatorio Digital Identity della School of Management del Politecnico di Milano

di Daniela Casciola

Nel 2021 sono più che raddoppiate le identità Spid rilasciate ai cittadini, raggiungendo un totale di 26,1 milioni di utenze attive a fine ottobre (erano 12,2 milioni a ottobre 2020), con oltre 431 milioni di accessi nel corso dell'anno (il triplo rispetto a un anno fa). Un maggiorenne su due possiede un'identità Spid, il 43% degli italiani. Sono i risultati della ricerca dell'Osservatorio Digital Identity della School of Management del Politecnico di Milano, presentata oggi durante il convegno «Digital Identity: don't stop it now».

Ma la corsa alle identità digitali non riguarda solo Spid: il 99% degli utenti internet italiani ha almeno un profilo identificativo per l'accesso online e il 97% possiede almeno un'identità certificata (fra credenziali di home banking, Spid e carta d'identità elettronica 3.0 – la cosiddetta Cie). I sistemi di identità digitale più diffusi sono il social Id (posseduto dal 91%) e l'home banking (87%), 24,7 milioni di italiani sono in possesso della Cie.

Nonostante la crescente diffusione, le identità digitali appaiono però ancora sottoutilizzate: solo il 5% degli utenti usa la Cie più volte alla settimana e solo il 15% Spid, contro il 41% che usa l'home banking con la stessa frequenza. Una delle principali ragioni è un portafoglio di servizi accessibili ancora limitato, con le Pa che hanno appena concluso lo switch off delle credenziali proprietarie imposto dal Dl Semplificazioni e le imprese private ancora più indietro: a fronte di 9.081 enti pubblici che hanno integrato Spid e 1.790 che hanno adottato Cie, sono solo 59 le aziende nel circuito Spid e 3 in Cie.

La diffusione di Spid registra percentuali di diffusione diverse a seconda della fascia anagrafica e dell'area di residenza. Oltre l'87% dei giovani tra i 18 e i 24 anni è un utente Spid, ma lo è solo il 34% dei 65-74enni e appena il 14% degli over 75. Il Nord Ovest è l'area con la maggior percentuale di utenti rispetto alla popolazione, il 55%, seguito dal Centro con il 54%, dal Sud e Isole con il 45% e dal Nord Est con il 44%. Le regioni più virtuose sono Lombardia e Lazio, dove il 60% dei cittadini è registrato, mentre in Molise, Sardegna e Calabria a stento si raggiunge il 41% di utenti. Le donne sembrano leggermente più propense ad attivare Spid e rappresentano il 51% del totale degli utenti del sistema.

Insieme al numero di identità digitali attivate, cresce anche l'effettivo uso di Spid. Nel primo semestre dell'anno l'incremento è stato pari al +10% mese su mese, +5% nel terzo trimestre, con il picco di 58,8 milioni di accessi in un solo mese raggiunto a ottobre. Nel 2021 ogni utente ha effettuato in media 17 accessi con Spid, contro i 9 accessi medi per utente del 2020, e i servizi maggiormente utilizzati sono stati quelli offerti da Inps, appIO e agenzia delle Entrate. I cosiddetti «heavy users» (coloro che utilizzano i sistemi di identità digitale più volte alla settimana), però, sono ancora una minoranza: il 15% nel caso di Spid, il 5% nel caso di Cie, mentre salgono al 41% se si guarda alle credenziali home banking. La maggior parte dei possessori di identità digitali le utilizza poche volte l'anno o alcune volte al mese (medium users): il 71% per Spid, il 65% per Cie e il 51% per l'home banking. Una parte non trascurabile degli iscritti è invece ancora "dormiente", ovvero costituita da utenti che utilizzano Spid (14%), Cie (30%) e home banking (8%) solo sporadicamente o non le usano affatto.

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