Urbanistica

Centro Italia, il commissario post terremoto Legnini sblocca opere per 520 milioni

Ampi poteri in deroga alle leggi ordinarie (e anche a quelle speciali) sono più che mai necessari oggi per sbloccare situazioni incagliate di opere pubbliche

di Giorgio Santilli

Il commissario straordinario per il sisma 2016, Giovanni Legnini, accelera sulla ricostruzione delle infrastrutture pubbliche in Centro Italia, puntando tutto sui poteri eccezionali esercitati con «ordinanze speciali». Una conferma che ampi poteri in deroga alle leggi ordinarie (e anche a quelle speciali) sono più che mai necessari oggi per sbloccare situazioni incagliate di opere pubbliche, anche quando si tratta di opere molto urgenti. In questo caso, per altro, le deroghe vengono indicate esplicitamente e motivate per ciascuno degli interventi previsti. Si deroga in genere al codice degli appalti, ma anche ai contratti nazionali di lavoro, prevedendo ad esempio doppi turni di lavorazione, per andare più veloce.

Legnini firmerà oggi undici nuove ordinanze, immediatamente esecutive, per la ricostruzione dei centri storici e dei borghi più danneggiati dal terremoto di cinque anni fa sull’Appennino: Arquata del Tronto (Ap), Accumoli (Ri), Campotosto (Aq), Cascia, Preci, Norcia e la sua frazione di Castelluccio (Pg), Castelsantangelo sul Nera, Ussita e Pieve Torina (Mc) e le scuole di Montegiorgio (Fm). Si tratta dello sblocco di un centinaio di opere pubbliche particolarmente critiche e urgenti, necessarie anche per la ricostruzione privata e per la ripresa economica e sociale delle zone terremotate.

A queste ordinanze se ne aggiungono altre nove firmate nei giorni scorsi da Legnini per Amatrice (Ri), Camerino (Mc), la sua Università, per la Basilica di Norcia (Pg), le scuole di Ascoli, Teramo e San Ginesio (Mc), per gli edifici Ater della provincia di Teramo e per il comune di Valfornace (Mc). Nel complesso le venti ordinanze speciali dispongono oltre 220 interventi per una spesa complessiva di 514 milioni di euro.

Di fatto gran parte della ricostruzione pubblica post sisma si sta facendo sfruttando le deroghe, se si tiene conto che il primo programma delle opere pubbliche prevede 1.300 opere per le quali sono stati impegnati 1,8 miliardi e spesi, finora, circa 400.

Ma le opere pubbliche finanziate sono solo una minima parte di quelle danneggiate. È in corso una ricognizione e la definizione di un secondo elenco di opere. Si stima che ve ne siano in complesso circa 4mila, cui si aggiungono circa 3mila chiese (anche queste in fase di censimento), solo mille delle quali sono attualmente finanziate.

Le nuove ordinanze speciali di Legnini contengono però un’altra novità di grande rilievo. Una svolta.

Se ad Amatrice e in altri centri si era previsto finora un coordinamento pubblico per la ricostruzione privata, ad Arquata del Tronto e Castelluccio di Norcia si attuerà una vera e propria ricostruzione pubblica dei centri storici. Questo anche in considerazione dello stato del danno e della necessità di realizzare numerose opere pubbliche indispensabili e di eseguire un cospicuo numero di demolizioni e interventi di consolidamento dei terreni.

Sarà il consiglio comunale a definire le aree in cui si procederà con la ricostruzione pubblica e a identificare gli immobili. Altra novità che è stata introdotta in alcune nuove ordinanze è l’indicazione di una serie di opere pubbliche da realizzare in un secondo momento, ma finanziandone sin da subito la progettazione.

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