Amministratori

Milano, appello al governo: 50 milioni per il bilancio

Palazzo Marino chiede contributi statali per costi energetici e trasporto

di Sara Monaci

Milano si lamenta con il governo del bilancio comunale. Motivo: secondo il sindaco Giuseppe Sala l’esecutivo non pensa abbastanza a chi investe nel trasporto pubblico, vera fonte di preoccupazione per Palazzo Marino. Richiesta: 50 milioni di trasferimenti statali, che permetterebbero di chiudere l’esercizio «con più tranquillità».

I timori dell’amministrazione milanese non riguardano solo il 2023, per cui il bilancio previsionale è stato approvato dalla Giunta, tutto sommato meglio degli ultimi due anni visto che il gettito fiscale è ripartito, così come le attese per tassa di soggiorno, dividendi delle partecipate e alienazioni immobiliari. I nodi del tpl arriveranno al pettine soprattutto dal 2025 in avanti: se oggi la nuova M4, di cui sono state aperte le prime 6 fermate, costa 42 milioni, tra due anni si arriverà a pagarne cento. Poi, nel 2030, si supererà i 170 milioni.

Il piano dell’opera era noto da anni, già da quando venne immaginato da Letizia Moratti sindaco e poi confermato - non senza critiche - durante il mandato di Giuliano Pisapia. Ma i conti della nuova linea, che collegherà la città a Linate, si cominciano a pagare da adesso, per un esborso complessivo di 3,5 miliardi in trent’anni.

Per Milano la quinta linea di metropolintana (la n.5 è già stata realizzata, la quarta è andata a rilento), rappresenta sicuramente una svolta per la mobilità pubblica, ma anche un onere gravoso. Per cui il sindaco e l’assessore al bilancio Emmanuel Conte chiedono ora un aiuto, ricordando che, sottolinea Sala, «Milano contribuisce alla fiscalità nazionale con un gettito da 19,2 miliardi. Pertanto è impensabile che a fronte di questa cifra non si riesca a trovare 50 milioni per farci chiudere il bilancio con più tranquillità. Inoltre - aggiunge Sala - è una città che va avanti, mentre il rimborso derivante dal fondo unico nazionale per il trasporto è parametrato al 2012. Oggi le differenze tra Milano e altre città si sono acuite, e quindi andrebbe riconosciuto».

Complice il clima elettorale in attesa delle elezioni regionali di domenica prossima, il Comune e il Partito democratico, guidato a Milano da Silvia Roggiani, colgono l’occasione per rimproverare il governo.

Sala è molto esplicito, quando dice che l’esecutivo di Giorgia Meloni «sembra che premi gli amici. È incomprensibile il disinteresse per Milano. Vediamo qui passerelle di ministri ma non c’è un impegno. Ma si rendono conto di cosa significhi il trasporto pubblico in questa città? Noi diamo un contributo a chi viene a lavorare qui, a tutto il paese, non solo ai milanesi».

L’assessore Conte ricorda i numeri più “difficili” di quest’anno, che sono dati appunto dalla somma di tpl e costi energetici. Da una parte i 42 milioni della metro 4, destinati ad aumentare; dall’altra la previsione di avere ancora 27 milioni di extracosti energetici in più, coperti solo per 9,5 milioni dallo Stato. «Per capire i nostri sforzi basti pensare che il consuntivo 2022 è stato chiuso con un extracosto energetico di 76 milioni, con un contributo statale di soli 27 milioni. Abbiamo coperto il bilancio con i nostri avanzi, ovvero con i nostri risparmi. E ricordiamo che 790 milioni sono rappresentati da spese incomprimibili, cioè servizi obbligatori e essenziali».

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