Appalti

Caro-materiali: 320 milioni in più per le compensazioni, ma niente proroga-sospensione degli appalti

Nel decreto 21/2022 pubblicato in Gazzetta salta la misura annunciata dal Governo per dare più tempo agli interventi. Buia (Ance): dietrofont inconcepibile

di Mauro Salerno

Fino a 320 milioni in più per le compensazioni, ma niente norme sulla proroga/sospensione degli appalti azzoppati dal boom dei prezzi edilizi ed energetici. L'ultimo decreto «energia» o «Ucraina-bis», come è stato ribattezzato il provvedimento approvato dal Consiglio dei ministri di venerdì 18 marzo, è stato pubblicato stanotte in Gazzetta Ufficiale (n. 67 del 21 marzo) con il numero 21/2022. Ma a sorpresa nel testo ufficiale non compare la norma annunciata dal governo sulla possibilità di prorogare i termini di esecuzione delle prestazioni o sospendere del tutto le attività degli appalti colpiti dagli eccezionali rincari delle materie prime, escludendo la responsabilità degli appaltatori.

Pure se annunciata ufficialmente dal governo, nel comunicato diramato al termine del Consiglio dei ministri di venerdì scorso, la norma non è stata riprodotta dall'articolo 23 in cui si trovano le misure per la revisione prezzi negli appalti. Evidentemente sulla decisione finale hanno pesato le preoccupazioni emerse nelle ultime ore sul rischio di ritardare l'esecuzione degli investimenti previsti dal Pnrr. Un effetto-boomerang si cui certo il paese non ha bisogno. D'altra parte anche le stesse imprese avevano subito avanzato dubbi sulla reale efficacia di quella norma.

Ance: dietrofront inconcepibile
Eppure per i costruttori la possibilità di usufruire di più tempo per completare le opere messe a rischio dal caro-materiali avrebbe cmunque avuto la sua importanza. Per questo l'Ance stigmatizza pesantemente il dietrofron del governo giudicandolo «inconcepibile». «Quella norma, che peraltro concedeva solo una tregua senza individuare una soluzione duratura, era l'unico strumento a disposizione delle imprese per non abbandonare del tutto i cantieri, vista l'impossibilità di proseguire i lavori con i costi attuali e la scarsità di materiali - dice il presidente dell'Ance Gabriele Buia -. Mi chiedo come si possa pensare ora di portare a termine le opere in corso e come si potranno iniziare i nuovi lavori già previsti: così si sta buttando a mare il Pnrr, senza nemmeno provare a salvarlo». «Non si capisce perché gli altri Paesi in Europa hanno affrontato subito con tempestività ed efficacia questa emergenza prezzi, che già da mesi sta crescendo a livello internazionale, emanando norme che consentono erogazioni immediate e da noi sia impossibile», aggiunge Buia, secondo cui «le imprese stanno ancora aspettando di ricevere i fondi stanziati per il primo semestre 2021, quando i costi delle materie prime erano la metà di quelli di adesso». «Ancora ieri nella nostra assemblea generale straordinaria – rincara la presidente di Assimpredil Ance Regina De Albertis – tutti i rappresentanti istituzionali ci avevano detto di aver compreso la gravità della situazione e che sarebbero intervenuti per migliorarla. Oggi scopriamo la decisione del Governo, inaspettata ed incomprensibile rispetto a quanto annunciato e confermato dalla bozza circolata. Così si condannano al fallimento le imprese».

Resta solo la strada delle compensazioni
Per tamponare le conseguenze del caro-materiali nel decreto resta così soltanto la manovra sulle compensazioni. Oltre alla possibilità di anticipare fino al 50% delle quota richiesta dalle stazioni appaltanti, sulla base delle istanze presentate dalle imprese, la novità del decreto su questo fronte è l'aumento delle risorse disponibili per gli interventi di ristoro incrementate di 320 milioni per il 2022, agendo da una parte sul fondo per la prosecuzione delle opere previsto dal Dl 76/2020 (più 200 milioni) e dall'altra sul fondo per la compensazione prezzi del decreto Sostegni-bis (Dl 73/2021) con una dotazione aumentata di 120 milioni.

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