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Infrastrutture: dalle piattaforme agli ecosistemi, uno studio per l’evoluzione delle opere innovative

di Q. E. T.

Dall'inizio della crisi del 2008 in Italia gli investimenti pubblici sono diminuiti di oltre un terzo, mentre quelli per le infrastrutture, che nel 2009 raggiungevano quota 29 miliardi, nel 2017 ammontavano a soli 16 miliardi.
Mentre il resto del mondo in questo decennio ha scelto di investire sulle infrastrutture per assecondare una nuova fase di sviluppo, l'Italia è bloccata e il crollo del Ponte Morandi è la metafora di un Paese ormai ripiegato su se stesso.

Per individuare nuove soluzioni allo sviluppo delle infrastrutture fisiche e digitali, l'Osservatorio sulle Infrastrutture di Confassociazioni e Galgano Value Strategy hanno redatto uno studio sulla evoluzione del sistema infrastrutturale nei prossimi venti anni, dal titolo I-Volution, Infrastrutture che innovano. Dalle piattaforme agli ecosistemi.
Il Paper sarà presentato nel corso di una giornata di studi che si svolgerà il prossimo 24 ottobre alla Sala del Refettorio di Palazzo San Macuto della Camera dei Deputati, dalle 9.30 alle 13.

Dopo l'introduzione ai lavori a cura del parlamentare Mauro D'Attis e del presidente di Confassociazioni Angelo Deiana, la ricerca sarà presentata dal presidente dell'Osservatorio sulle Infrastrutture Stefano Cianciotta e dall'Ad di Galgano Value Strategy Daniele Roscioli.
I temi della ricerca saranno successivamente approfonditi attraverso due differenti tavole rotonde. Alla prima, dal titolo Riprogettare le infrastrutture: innovazione nei servizi, competitività e connettività, dialogo con i territori, partecipano il presidente dell'Autorità portuale della Puglia, Ugo Patroni Griffi, Alessandro Beulcke, presidente del Nimby Forum, Pietro Putti, presidente del GME, Luigi Carrarini, responsabile infrastruttura tecnologica di Anas, Fabrizio Ranucci, direttore Area Approvigionamenti Italferr, e Muzio Papaveri, Ad Conero Bus.

Al secondo panel, dal titolo Nuove competenze per le infrastrutture che innovano, prendono parte Filippo Delle Piane, vicepresidente nazionale Ance, Armando Zambrano, presidente Ordine Ingegneri, Maurizio Savoncelli, presidente Collegio Geometri, Francesco Ventura, consigliere Oice, Raffaele Morese, presidente Nuovi Lavori, Antonio Ortenzi, vicepresidente dell'Osservatorio sulle Infrastrutture di Confassociazioni.

«Dopo il crollo del Ponte Morandi - osservano Cianciotta e Roscioli - la dicotomia tra il sì e il no alla realizzazione delle infrastrutture non ha alcun motivo di esistere perché l'infrastruttura deve essere interpretata come un corpo integrato e non estraneo al processo di sviluppo che si intende favorire.
Sempre di più, infatti, la differenza tra una infrastruttura utile e un'infrastruttura percepita come superflua, sarà determinata dal suo carattere ecosistemico. Se nel dibattito dovesse prevalere la percezione di un corpo estraneo alla comunità, si creerebbero le premesse per rinunciare alle infrastrutture e per fare prevalere una logica di sottrazione. L'infrastruttura, infatti, genera valore non in quanto opera ma perché determina e contribuisce alla ridefinizione dell'ecosistema nel suo senso più ampio».

«Per queste ragioni - concludono Cianciotta e Roscioli - l'infrastruttura, sia essa fisica che digitale, non solo diventa un presupposto accettabile, quanto uno strumento auspicabile per garantire la trasformazione complessiva di una comunità, come sta accadendo a Rotterdam con il Porto e a Zurigo con l'aeroporto, luoghi diventati veri e propri hub di innovazione, anche grazie alla sperimentazione della blockchain nella sottoscrizione dei contratti di servizio».

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