Appalti

Boccia (Confindustria): «Le ideologie non blocchino la Tav e le infrastrutture»

di Nicoletta Picchio

C’è un numero che rappresenta la sintesi della questione: 9 miliardi, l’impatto della Tav sul Pil italiano. Lo cita Vincenzo Boccia parlando ad Ivrea, all’assemblea degli industriali Canavesi: «È il triplo dell’investimento. Vorremmo che qualcuno ci spiegasse perché la Torino-Lione non si deve fare, perché scippare il futuro ai nostri giovani con ideologie rivolte ai propri elettorati». Per il presidente di Confindustria «le infrastrutture sono una questione nazionale», la base di quel secondo pilastro della manovra che punta alla crescita e tiene in piedi le misure del contratto di governo. «Rappresentano anche l’idea di una società inclusiva, collegano la periferia al centro e il nostro paese con l’Europa. Rifiutiamo l’idea di un’Italia periferica», ha continuato Boccia, annunciando che ci sarà un prossimo Consiglio generale di Confindustria a Torino, allargato ad altre categorie e territoriali e che «nei prossimi giorni si potranno fare iniziative congiunte. Torino diventa simbolo della grande questione italiana per la crescita e di una alternativa culturale per l’Italia». Proprio ieri è arrivato un appello congiunto su Tav e Terzo valico di Carlo Bonomi, presidente di Assolombarda, Dario Gallina, presidente dell’Unione industriale di Torino, e Giovanni Mondini, presidente di Confindustria Genova: rimettere in discussione queste opere «è un colpo mortale allo sviluppo del Nord Ovest. Comprendiamo le esigenze elettorali, ma chiediamo alla politica locale e nazionale di smettere veti ideologici, buoni in campagna elettorale, ma da cui deriva solo un aggravarsi del ritardo e dei costi logistici che frenano le imprese del Nord Ovest», hanno scritto i tre presidenti. Lanciando «un grande appello a nome di oltre 545mila imprese alla responsabilità sul futuro del paese». Ieri i dati Istat hanno indicato una situazione stagnante sul Pil. «Se i risultati della crescita non ci saranno nei prossimi mesi è esclusiva colpa di questo governo e della politica economica che realizza, non di altri», ha continuato Boccia, ribadendo di essere a disposizione del paese e del governo «con proposte intelligenti e di buon senso, che non antepongano le questioni ideologiche alle spiegazioni economiche di un grande paese come l’Italia». L’auspicio del presidente di Confindustria è che come per il Tap, anche per la Tav il presidente del Consiglio, Giuseppe Conte, «si prenda la responsabilità di farla». Non è una questione di penali, «ma quanto ci costa e quanto perdiamo in futuro rispetto agli altri. Ci sono gruppi di interesse che vogliono bloccare tutto perché la loro idea è un appiattimento totale.Questo non glielo consentiremo».

Nel paese, ha continuato il presidente di Confindustria, «bisogna rimettere il lavoro al centro dell'attenzione. Non ci sembra, a partire dalla decisione sulla Torino Lione, che si voglia andare verso questa direzione e aprire il paese all’idea di Europa di cui abbiamo bisogno per essere competitivi fuori dai cancelli, e costruire un paese più ricco per ridurre i divari». Boccia ha commentato, rispondendo ai giornalisti, i ritardi sulla nomina del presidente della Consob: «Speriamo abbiano un curriculum all’altezza di questa grande istituzione». E sul possibile slittamento del reddito di cittadinanza e quota 100 sulle pensioni: «Un dato positivo, si comincia a pensare che si possono fare ma in una logica di medio termine e non immediatamente».

Per saperne di piùRiproduzione riservata ©