Fisco e contabilità

Gli indicatori di salute finanziaria a rendiconto vengono in aiuto al Piao

La chiusura del ciclo di bilancio 2022 si intreccia con la programmazione del ciclo performance 2023-2025

di Tiziano Tessaro e Manuela Sodini

La chiusura del ciclo di bilancio 2022 con l'approvazione dei Rendiconti si intreccia con la programmazione del ciclo performance 2023-2025 contenuta nel Piao, da adottare entro il prossimo 30 giugno.

Una volta approvato il Rendiconto 2022, gli enti locali devono procedere non solo alla trasmissione alla Bdap, ma devono anche pubblicarlo in Amministrazione Trasparente unitamente al Piano degli Indicatori.

Come noto, gli indicatori di che trattasi sono previsti dall'articolo 18-bis del decreto 118/2011 e concretamente declinati con il Decreto 22 dicembre 2015: essi , parzialmente modificati nei contenuti specifici dal Decreto 5 agosto 2022, spaziano su varie tipologie misurando la rigidità strutturale di bilancio, le entrate correnti, le anticipazioni dell'istituto tesoriere, le spese di personale, l'esternalizzazione dei servizi, gli interessi passivi, gli investimenti, i residui, lo smaltimento dei debiti non finanziari, i debiti finanziari, la composizione dell'avanzo di amministrazione, il disavanzo di amministrazione, i debiti fuori bilancio, il fondo pluriennale vincolato, le partite di giro e conto terzi.

Una volta appurato quindi che gli indicatori e le corrispondenti formule contribuiscono a misurare lo stato di salute finanziaria dell'ente, il suggerimento volto a pervenire a una programmazione realmente integrata tra i vari strumenti a disposizione dell'ente locale, è quello di inserire alcuni di questi indicatori nella sezione performance del Piao, in scadenza il prossimo 30 giugno (stante il differimento al 31 maggio del termine di approvazione dei bilanci di previsione 2023-25). La valutazione anzidetta discende del resto dal fatto che gli indicatori di salute finanziaria inseriti nella sezione performance del Piao permetterebbe di effettuare una reale programmazione, nel rispetto del decreto ministeriale che definisce i contenuti e lo schema tipo del Piao, di obiettivi effettivamente misurabili con il reale e tangibile vantaggio di fissare dei target che partono dal dato storico per poi "calarsi" in un'ottica di miglioramento prospettico o quanto meno di mantenimento. In altri termini, la circostanza che si tratti di obiettivi verificabili per quanto concerne la fonte, derivanti comunque dal sistema contabile dell'ente, consente di maturare sul piano esperenziale un vantaggio non trascurabile, soprattutto ove il dato di partenza (baseline) fosse considerato già performante dall'ente stesso.

Con questo tipo di approccio, le relazioni annuali sulla performance risulterebbero maggiormente conformi alle indicazioni del decreto 150/2009, anche ai fini della validazione e della relazione sul funzionamento complessivo del sistema della valutazione, della trasparenza e integrità dei controlli interni rilasciate dagli Organismi indipendenti di valutazione o Nuclei di valutazione.

Scendendo nel concreto, a titolo esemplificativo, come obiettivi 2023-25, attingendo dal Piano degli indicatori, si potrebbero adottare nella sezione performance del Piao quelli che riguardano: l'incidenza degli incassi correnti sulle previsioni definitive di parte corrente, l'incidenza degli accertamenti di parte corrente sulle previsioni definitive di parte corrente, l'incidenza della quota libera, accantonata e vincolata nell'avanzo di amministrazione, l'indicatore annuale di tempestività dei pagamenti, l'incidenza dei nuovi residui attivi di parte corrente sullo stock residui attivi di parte corrente, l'incidenza degli investimenti sul totale della spesa corrente e in conto capitale, l'incidenza degli interessi passivi sulle entrate correnti, l'incidenza degli interessi passivi sulle anticipazioni sul totale della spesa per interessi passivi, l'incidenza della spesa di personale sulla spesa corrente. Questi indicatori potrebbero essere adottati anche dagli enti con organici inferiori alle 50 unità per i quali Anci raccomanda comunque di prevedere la sezione performance all'interno del Piao.

Tuttavia, per dare effettiva integrazione ai due cicli, ovverosia quello della performance e quello del bilancio, sarebbe quanto mai necessario che, in corrispondenza alle formule indicate nel Piano degli indicatori, venissero associati dei range di riferimento per comprendere l'effettivo stato di salute dell'ente: questo permetterebbe, tra l'altro, anche di affinare la qualità dei controlli interni specialmente con riferimento agli equilibri di bilancio, effettuando nel contempo analisi di benchmark con enti similari. Apprezzabile in questo senso il lavoro sviluppato già da alcuni anni dal gruppo di lavoro Regione Emilia-Romagna, Anci ER e Ifel che ha messo a disposizione cruscotti interattivi contenenti un set di indicatori di equilibrio finanziario definiti per gli enti locali dell'Emilia-Romagna; l'auspicio è ovviamente quello che tutti i comuni d'Italia possano usufruire di un Piano degli indicatori realmente "parlante"; diversamente, il rischio continuerà a essere quello di pubblicare il Piano degli indicatori solo in relazione a un freddo e burocratico obbligo adempimentale, senza comprendere le potenzialità di uno strumento siffatto in termini di analisi di salute finanziaria.

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