Appalti

Appalti truccati/2. Anche i big Pizzarotti e De Eccher nel registro degli indagati

di Ivan Cimmarusti

Autostrade, ponti, piste aeroportuali, ma anche gasdotti e lavori di protezione ambientale erano stati costruiti attraverso la presunta «manipolazione» degli appalti. Opere pubbliche per un miliardo di euro sono finite sotto inchiesta alla Procura della Repubblica di Gorizia. La Guardia di finanza del Friuli Venezia Giulia ha perquisito, tra le altre, le sedi di Anas, Autostrade e del commissario per la costruzione dell'A4.

L'ipotesi di un maxi cartello tra imprese per la spartizione di commesse milionarie, a danno delle stazioni appaltanti, è il cuore degli accertamenti svolti dagli investigatori, che stanno ricostruendo la catena di appalti e subappalti di 150 procedimenti di aggiudicazione delle opere pubbliche a seguito di gare indette tra il 2015 e il 2018. Per questo le acquisizioni hanno riguardato anche altre stazioni appaltanti, tra le quali Autovie Venete spa, Veneto Strade spa, Concessioni Autostradale Venete spa e le società che gestiscono gli aeroporti di Trieste, Treviso, Venezia, Bologna e Verona. Altre perquisizioni sono state svolte anche in Lombardia, Piemonte, Toscana, Puglia, Lazio, Campania, Sicilia e Sardegna.

Stando alle ipotesi investigative, ci sarebbero stati «accordi tra imprese diretti alla preordinata spartizione delle opere nell'ambito di più complessive alleanze tra società». Così sarebbero emerse le «rispettive intenzioni di partecipare o meno ad una gara o a un lotto nell'ambito delle medesime gare d'appalto», ma anche «l'entità e i contenuti delle offerte da formulare in modo da permettere di volta in volta all'impresa individuata e facente parte della “cordata” di riferimento di aggiudicarsi l'appalto alle condizioni più favorevoli».

Sotto la lente ci sono anche le procedure di affidamento di lavori da realizzare in diverse zone colpite dal sisma del 2016, tra cui Norcia, San Benedetto e Tre Valli Umbre.

Gli inquirenti, guidati dal comandante regionale, il generale Giuseppe Bottillo, avrebbero già traccia di associazioni e raggruppamenti temporanei «meramente cartolari». Negli atti sarebbero finiti anche contratti di subappalto per quote superiori al limite normativo del 30 per cento, in cambio del riconoscimento di percentuali di guadagni, nonché presunti falsi nelle documentazioni, con cui si dichiaravano le dotazioni logistiche e strumentali al fine di incrementare il punteggio tecnico attribuito dalle commissioni aggiudicatrici.

Nel registro degli indagati figurano oltre 200 persone, tra le quali rup, direttori dei lavori e imprenditori. Tra questi ultimi ci sono anche Paolo Pizzarotti, presidente del cda della Pizzarotti & C spa, e Marco De Eccher, a vertici del cda di Rizzani De Eccher spa. La loro posizione è collegata ai lavori di costruzione di tratti dell'A4. In particolare attraverso l'Ati composta da Pizzarotti, Saicam e De Eccher «turbavano la gara indetta dal commissario delegato per l'emergenza della mobilità riguardante la A4 (tratto Venezia-Trieste) e il raccordo Villese-Gorizia secondo il criterio dell'offerta economicamente più vantaggiosa».
Sulla vicenda è intervenuta anche Autostrade per l'Italia la quale ha voluto precisare che nell'inchiesta risulta «parte offesa» e che l'assegnazione di alcuni suoi appalti avviene tramite una commissione di gara nominata dal ministero delle Infrastrutture.

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