Appalti

Brescia-Padova, la Tav dimenticata

È il 1986: nel Piano generale dei trasporti si individua per la prima volta la rete ad Alta velocità attraverso il quadruplicamento delle direttrici ferroviarie Torino-Milano-Verona-Venezia e Milano-Bologna-Firenze-Napoli-Battipaglia. Il sito del Silos (Sistema informativo legge opere strategiche) riporta, impietoso, la cronologia; nel caso della Brescia Padova, la ricostruzione si ferma a una serie di tasselli diversi, in differenti stati di progettazione (per alcuni esecutiva, per altri nemmeno avviata) per non dire di esecuzione. A Verona, ad esempio, dipende da quale parte si guarda; a Ovest il tratto fino a Brescia è in fase di progettazione esecutiva, e alla fine di agosto è stato dato il via agli espropri con la lettera inviata dal consorzio Cepav Due (che ha firmato a giugno in contratto con Rfi per la tratta Milano Verona) ai soggetti interessati dal passaggio dei binari, in attesa dell’avvio del cantiere vero e proprio. A Est, invece, verso il bivio Vicenza, sono in corso gli studi propedeutici al progetto esecutivo, mentre quello definitivo è stato approvato dal Cipe il 22 dicembre 2017.

Analisi costi benefici

Nella nota di aggiornamento del Def (Documento di economia e finanza) del 2018, datato fine ottobre, «il Governo ribadisce la sua intenzione di portare a compimento gli investimenti strategici rispettando standard rigorosi di efficienza e a questo scopo intende sottoporre a una rigorosa analisi costi-benefici e a un attento monitoraggio le grandi opere in corso»; fra queste. oltre alla Torino Lione, c’è la tratta fra Brescia e Padova, con l’esplicito avvertimento a evitare «fughe in avanti». Eppure, alla fine di settembre, il Comune di Lonato risultava avere concesso come da programma l’area per l’allestimento del cantiere destinato a realizzare il tunnel fino a Desenzano.

Il pressing di Zaia

Aspettando il parere definitivo del ministero delle Infrastrutture e del trasporti, atteso non oltre la fine di febbraio, in Veneto sale il pressing «Il dibattito sull’impatto ambientale della Tav è tutto in Val di Susa, in Veneto non esiste, e non capisco per quale motivo si voglia bloccare anche la tratta veneta», ha detto ieri il governatore Luca Zaia, che spiega: «La Tav per noi è un’opera strategica. Io l’ho messa nel mio programma di governo nel 2015 e per noi significa due vantaggi, o due svantaggi se non si farà: avere il treno veloce e un investimento infrastrutturale. Ricordo che per portare il treno bisogna raddoppiare i binari. Da Torino a Brescia lo sono già, ma da Brescia a Venezia no. Significa che in quel tratto abbiamo un binario in andata e uno in ritorno, e merci e persone viaggiano sullo stesso binario. Questo vuol dire che se non si fa la Tav noi perdiamo competitività rispetto al resto del Nord Italia».

La voce delle categorie

Le grandi opere - rilancia Massimo Zanon, presidente di Confcommercio Veneto, circa 50mila imprese associate - «non sono solo crescita, sono vita. Lo sguardo è puntato sul Piemonte, verso la Francia, ma la Tav non è solo Torino e Lione: interessa direttamente anche altre regioni, Veneto e Friuli comprese, collegamento indispensabile con il Nord Europa. E non è nemmeno l’unica opera vitale per la nostra economia: siamo disconnessi sia in direzione verticale che orizzontale, verso i Paesi del Nord, con i quali il Veneto ha storicamente scambi commerciali di grande rilievo, e tutta l’area dell'Italia centrale». E il sogno di un viaggio da Milano a Mestre in un’ora e dieci minuti - insieme agli altri ritardi da recuperare - ha portato 400 rappresentanti di Confartigianato Veneto alla manifestazione dello scorso 13 dicembre a Milano, “Quelli del sì”: «È fondamentale avvicinare i nodi dell’asse Padano da Torino a Venezia, comprimendo i tempi di viaggio sulla rete ad alta velocità», ha scandito il presidente regionale della categoria Agostino Bonomo in rappresentanza di 176mila imprenditori artigiani.

Quadro frammentato

Lo stato dell’arte segnala però una grande frammentazione (lo studio è curato dal sociologo del territorio Sergio Maset per Confartigianato): per la Tav Verona Padova tratta Verona Vicenza con progettazione definitiva, nodo di Verona con progettazione preliminare in attesa di approvazione così come l’attraversamento di Vicenza, mentre in uscita da Vicenza e fino a Padova con studio di fattibilità ma in attesa di finanziamento. Per la Tav Brescia-Verona 1° lotto funzionale Brescia Est-Verona con progettazione definitiva approvata, 2° lotto (quadruplicamento in uscita da Brescia) in corso di adeguamento della progettazione.

Le richieste delle città

A Verona, punto strategico delle connessioni Nord Sud ed Est Ovest, il presidente degli industriali Michele Bauli rilancia sulle «infrastrutture necessarie sia per la competitività del Paese, sia per reagire agli ultimi dati sul Pil. Gli investimenti pubblici sono uno strumento per reagire alla recessione, creare posti di lavoro e invertire velocemente la rotta. E se da un lato le analisi costi/benefici sono utili in fase di progettazione non possono essere il criterio per decidere se realizzare o meno un’opera». Se poi l’iter progettuale è già in stato avanzato e, per lotti, è già iniziata addirittura la fase realizzativa di cantiere, il quadro è ancora più complesso. A Vicenza si invita a non perdere tempo: «È di tutta evidenza che il metodo seguito in passato per le tratte oggi in esercizio è quello giusto - dice Gaetano Marangoni, vicepresidente di Confindustria Vicenza con delega alle Strategie per il territorio. - Si proceda a rendere cantierabili i lotti funzionali mentre si avanza sullo stato progettuale e sulla dotazione finanziaria dei restanti, per arrivare a un ammodernamento completo della linea. Speriamo che il bailamme comunicativo lasci spazio ai lavori. Non si deve dimenticare che la realizzazione della linea Av/Ac in territorio veneto consentirà di porre rimedio alla cronica incapacità della rete esistente a sopportare non solo il traffico passeggeri di lunga percorrenza, ma anche quello merci e, soprattutto, quello passeggeri di breve-media percorrenza (a servizio dei pendolari). Solo con il cosiddetto quadruplicamento della linea Milano-Venezia si potrà dare una risposta efficiente alla domanda di mobilità “sostenibile” espressa dalla popolazione e dall’economia dei nostri territori, riducendo inquinamento e incidentalità legate alla mobilità su gomma».
E da Padova arriva l’affondo di Massimo Finco, presidente di Assindustria Venetocentro Imprenditori Padova Treviso: «Rimettere in discussione Tav e cantieri già finanziati e avviati e soprattutto indispensabili, in un momento di rallentamento economico, è un colpo mortale alle possibilità di sviluppo del Nord e di tutto il Paese. Farlo per calcolo elettorale è incoscienza. La Tav è imprescindibile per l’economia italiana, così come la Pedemontana Veneta e Lombarda, per non essere tagliati fuori dai flussi dell'economia moderna e dall'integrazione europea, un’Europa dei popoli e non solo economica. Non può essere ridotta a scambio elettorale sulla pelle degli italiani, “io dico sì a sicurezza e migranti”, “tu dici no a Tav”. Il Paese viene prima delle valutazioni elettorali». In particolare, conclude Finco, «per il Veneto centrale, centrato sul manifatturiero e l’export che si sviluppa per il 60% su scala europea e baricentrico rispetto agli assi Est-Ovest e Nord-Sud, è essenziale poter contare sulle linee AV/AC da Milano a Brescia-Padova fino a Venezia, cantierare i tratti allo stato più avanzato e accelerare gli altri, per non restare ai margini dei principali corridoi europei e mondiali».

Per saperne di piùRiproduzione riservata ©