Personale

Accessorio, per i segretari sul tavolo il calcolo teorico

Le ipotesi per evitare lo sforamento nei casi di scavalchi o convenzioni

di Tiziano Grandelli e Mirco Zamberlan

Il conto annuale del personale, il cui termine ordinatorio è scaduto venerdì, ha riportato alla ribalta il tema del trattamento accessorio del segretario comunale dato atto che, anche per la Ragioneria generale, contribuisce al rispetto del limite al fondo accessorio (articolo 23, comma 2 del Dlgs 75/2017). Il principio, introdotto da alcune pronunce delle Corti dei Conti, è stato recepito nelle istruzioni per il conto annuale di quest’anno. La circolare Rgs ha fatto chiarezza sulle voci stipendiali del segretario che rientrano nel limite: posizione e risultato, maggiorazione, galleggiamento, sedi convenzionate e direttore generale. Rimangono esclusi i diritti di segreteria e gli scavalchi.

Come spesso accade i problemi si annidano nei dettagli. Il Mef spiega che l’ente deve calcolare un unico tetto dato dalla somma dei fondi del comparto e della dirigenza, compresi quelli per lo straordinario e le risorse per le posizioni organizzative. Le indicazioni sul segretario sono più scarne e si trovano nella Tabella 15 la quale richiede l’indicazione delle «risorse per il trattamento accessorio del segretario» a «carico del bilancio». Come si quantificano queste «risorse», dato che il contratto nazionale non prevede un fondo per i segretari? Un approccio ragionieristico legato agli impegni di bilancio sta portando molti enti a dover verificare, ex post, lo sforamento del limite. In caso di segretari a scavalco, anche per una parte del 2016, o di convenzioni con percentuali molto limitate, il budget impegnato risulta decisamente risicato o addirittura pari a zero. Considerando che il segretario è una funzione obbligatoria prevista dall’ordinamento, sembra illogico che uno scavalco, dovuto anche a situazioni contingenti, avvenuto cinque anni fa possa condizionare le scelte dell'amministrazione per tutti gli anni a venire. Peraltro, un approccio rigoroso imporrebbe il recupero sui fondi degli altri dipendenti dato atto che la retribuzione di posizione del segretario è prevista dal contratto nazionale e non può essere ridotta. In pratica le già scarse risorse a disposizione dei dipendenti verrebbero assorbite dal segretario.

Il problema richiede una soluzione da parte degli interpreti istituzionali. In questo senso sembra essersi aperta una riflessione anche in Rgs. . Una tra le varie soluzioni potrebbe essere quella di quantificare, anche per i segretari, una sorta di «fondo virtuale» che consideri le risorse necessarie al finanziamento del trattamento accessorio dei segretari sulla base del modello organizzativo scelto dall'ente. In questo modo risulterebbero irrilevanti le dinamiche contingenti legate alla gestione del segretario nei singoli anni avendo comunque a disposizione un "budget" predeterminato. In altri termini, se nel 2016 il Segretaria era a scavalco il relativo fondo dovrà comunque essere quantificato considerando il modello teorico per tutto l'anno. Seppure la riflessione necessiti di essere approfondita e riempita di contenuti operativi, auspicabilmente formalizzata in un documento di prassi, non vi è dubbio che questa strada potrebbe garantire sia i vincoli di finanza pubblica che l'autonomia organizzativa degli enti.

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