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Acqua, la regolazione spinge gli investimenti

Besseghini (Arera): «L’intervento del governo per le bollette avrà un effetto significativo»

di R.I.

Un primo dato balza subito agli occhi: la qualità tecnica del settore idrico in Italia è nettamente migliorata tanto che si è ridotto il livello delle perdite idriche (oggi al 41,2% rispetto al 43,7% del 2016), come pure le interruzioni del servizio e la frequenza di allargamenti e sversamenti da fognatura. Ma, soprattutto, con l’avvio nel 2012 della regolazione messa in pista dall’Autorità per l’energia, le reti e l’ambiente, si è assistito a una costante crescita della spesa per gli investimenti: da un miliardo di euro di 9 anni fa a 3,9 miliardi annui per il terzo periodo regolatorio (2020-2023) con un fabbisogno di investimenti, inclusi i fondi pubblici, pari a 15,5 miliardi.

Cambio di passo nell’idrico

A evidenziare la parziale correzione di rotta nella gestione della risorsa idrica è stato ieri il presidente dell’Authority per l’energia, Stefano Besseghini, nel consueto appuntamento della Relazione annuale a governo e Parlamento sullo stato dei servizi e dell’attività svolta: una puntuale fotografia dei settori sottoposti alla regolazione dell’Arera, dai rifiuti all’energia, fino all’acqua. Dove, ha ribadito ieri Besseghini, nonostante i miglioramenti, permangono ancora delle criticità a livello territoriale (“water service divide”) ed è fondamentale che le gestioni si organizzino ed entrino stabilmente nel perimetro della regolazione: «Pur con queste confortanti novità sembra evidente un’azione di riforma della governance della gestione del servizio idrico integrato» dal momento che, ha aggiunto Besseghini, «la presenza di un ente di governo dell’ambito pienamente operativo e il completamento delle procedure di affidamento del servizio a un gestore integrato» sono lo snodo indispensabile per assicurare l’attuazione degli interventi del Pnrr.

Luci e ombre per i rifiuti

Perché il Recovery Plan punta a dare un ulteriore impulso al settore come per i rifiuti. E, anche qui, il bilancio di Besseghini si è mosso tra luci (la spinta garantita dalla nuova regolazione) e ombre (le differenze tariffarie sul territorio ancora forti, con le entrate pro capite relative al 2021 pari in media a 195 euro per abitante a livello nazionale, +2,4%). L’Arera, ha poi ricordato il suo numero uno, ha acquisito nuove competenze, a seguito del recepimento delle norme varate dalla Ue per stimolare l’economia circolare, e deve assicurare attraverso l’individuazione di costi efficienti un razionale sviluppo delle filiere e delle attività della raccolta differenziata.

Le misure contro il caro bollette

Un ampio spazio della relazione è stato poi dedicato al capitolo energia. Besseghini è così tornato sulle decisioni adottate dal governo contro il caro bollette. «L’effetto dell’intervento sarà certamente significativo», ha chiarito il presidente dell’Arera rinviando, per il quadro definitivo, al prossimo aggiornamento trimestrale. La misura “tampone”, però, dovrà essere accompagnata da una riforma strutturale degli oneri (si veda il Sole 24 Ore di ieri) e dovrà confrontarsi con un andamento dei prezzi del gas, alla base dei rincari, che saliranno fino al primo trimestre del 2022 «per poi riallocarsi più in basso, si pensa per un avvio del North Stream 2 e della possibilità di superare questa fase di corto di gas che c’è in Europa». Per non dire dei benefici collegati al Tap, ha rimarcato Besseghini, «rivelatosi efficace nel contenere lo storico differenziale di prezzo tra Psv (il prezzo di riferimento sul mercato italiano, ndr) e il Ttf (quello olandese, il benchmark europeo, ndr)».

Il nodo del deposito nucleare

Infine, il nodo del deposito nucleare. Il messaggio dell’Arera è il seguente: la messa in sicurezza del nucleare e l’individuazione di un sito per il deposito nazionale di rifiuti radioattivi «non possono aspettare». Ma la strada è lunga, come ha detto il ministro della Transizione Ecologica, Roberto Cingolani, interpellato a margine. «C’è da fare molto. È ripartita la macchina, si è messo in moto il meccanismo e sul resto c’è da lavorarci».

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