Urbanistica

Allarme degli industriali veneti: «In ritardo su strade, treni e banda larga»

Carraro: «Grido di dolore dal territorio, nel momento in cui il mondo cambia»

di Barbara Ganz

Porti e interporti sostanzialmente promossi, collegamenti stradali e ferroviari - sia in relazione alla mobilità interna che a quella verso l’Europa - con alcune criticità, diffusione della banda larga e qualità delle infrastrutture digitali largamente insufficienti. I giudizi delle imprese venete, raccolti ed elaborati da Fondazione Nordest, tracciano il quadro sul quale ragionare guardando al 2030. «Un grido di dolore di un territorio, nel momento in cui il mondo sta cambiando» lo definisce Enrico Carraro, presidente di Confindustria Veneto, che ha chiamato a un confronto i principali interlocutori.

La regione lavora per una programmazione innovativa, capace di diventare un modello e superare «una visione frammentata, quella di ciascun sindaco, per arrivare a una visione unitaria e condivisa - sottolinea Elisa De Berti, vice presidente e assessore a Lavori pubblici, Infrastrutture e Trasporti della Regione - Non vogliamo fare un mero elenco di infrastrutture, ma predisporre un piano dinamico e capace di adeguarsi alle esigenze che cambiano». Una prospettiva è quella di far diventare Cav, nata per gestire il Passante di Mestre con una concessione in scadenza nel 2032, una concessionaria a tutti gli effetti, con un rinnovo trentennale e la possibilità di reinvestire gli utili sul territorio.

Sul fronte ferrovie, «per il Veneto sono previsti oltre 16 miliardi di opere prioritarie, di cui 8 già finanziati - ha detto Vera Fiorani, amministratore delegato e direttore generale di Rete Ferroviaria Italiana Spa - Le strategie di sviluppo vanno dal potenziamento di alta velocità ed alta capacità al miglioramento del servizio regionale». Un capitolo a parte riguarda i collegamenti fra ferrovie e aeroporti: nell’anno orribile dei viaggi aerei, Monica Scarpa, amministratore delegato Gruppo Save, traccia il futuro di scali che diventano sempre più sostenibili, con il traguardo al 2050 dell’uso solo di energie rinnovabili.

Cinzia Zincone, commissario straordinario del Porto di Venezia e Chioggia, ricorda il potenziamento in corso dell’infrastruttura ferroviaria e i passaggi della transizione energetica, a cominciare dai lavori in corso per una filiera dell’idrogeno e l’investimento da 136 milioni (28 di cofinanziamento Ue) per la costruzione di un deposito di GNL a Porto Marghera e l’utilizzo di una bettolina studiata per il trasporto del gas naturale liquefatto alle navi. Infine, le strade: Mario Liberatore, responsabile della Struttura territoriale Veneto e Friuli Venezia Giulia di Anas Spa, elenca i problemi principali: «Ogni opera pubblica è attanagliata dalla burocrazia, dalla “paura della firma”, e non bastano decreti di semplificazione che aumentano difficoltà e dubbi interpretativi». Fra i prossimi banchi di prova, per la regione, ci sono le Olimpiadi Milano Cortina 2026: il terreno sul quale sperimentare l’efficacia delle scelte e la capacità di far coesistere le porte di ingresso principali con il delicato ambiente montano.

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