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Ance: nel Dl aiuti quater va inserita la soluzione per i crediti pregressi

La filiera delle costruzioni: il governo ci consulti sul codice appalti

di Giorgio Santilli

Sul Superbonus «le misure del decreto Aiuti quater sono largamente insufficienti» ed è necessario «sbloccare immediatamente la cessione dei crediti fiscali per tutti i cantieri già avviati». Nell'audizione di ieri alla commissione Bilancio del Senato, l'Associazione dei costruttori (Ance) ha ripetuto - in perfetta sintonia con l'Associazione bancaria (Abi) che ha parlato di «soluzione non risolutiva» - il messaggio che sta lanciando da settimane al governo sui rischi che corre l'intero settore in assenza di soluzioni immediate che consentano alle imprese l'incasso dei crediti bloccati. «Oggi - ha detto la presidente dell'Ance, Federica Brancaccio - ci sono decine di migliaia di imprese che rischiano di fallire e migliaia di famiglie che rischiano concretamente di perdere la propria abitazione a causa dei debiti contratti, perché non riescono a trovare operatori finanziari in grado di acquistare i crediti generati». È stata rilanciata la proposta di utilizzo degli F24 che l'Ance ha presentato proprio insieme ad Abi.

«Questa misura - ha spiegato Brancaccio - permetterebbe di dare grande sollievo a imprese e famiglie, nel rispetto dei saldi di finanza pubblica già definiti dal Governo in sede di aggiornamento della Nadef».Una proposta fatta propria da Forza Italia che ieri ha confermato, per voce di Maurizio Gasparri «la decisione di presentare un emendamento che garantisca una sana e corretta gestione dei crediti accumulatisi con il bonus edilizia». Gasparri si è detto certo che «il Governo accoglierà questa proposta, tecnicamente gestibile e già all'attenzione delle autorità competenti dell'esecutivo».Ance ha anche ribadito la richiesta al governo di avviare un tavolo per discutere, prima dell'entrata in vigore, la nuova versione del Superbonus, nella legge ridotto al 90%. Sulla stessa falsariga si apre ora un nuovo fronte con il governo, quello del nuovo codice degli appalti. Qui è l'intera filiera delle costruzioni (Ance, Anaepa Confartigianato Edilizia, Assistal, Claai, Cna Costruzioni, Confapi Aniem, Confcooperative Lavoro e Servizi, Fiae Casartigiani, Legacoop Produzione e Servizi, Oice, Ucsi) a chiedere con un comunicato di poter dare «il proprio contributo» pur nella consapevolezza «della estrema ristrettezza dei tempi a disposizione per la riforma dettati dalle scadenze negoziate con la Ue».

«Con questo spirito - dice la nota - la filiera si propone di fornire massima collaborazione alla riscrittura delle norme, partendo da uno schema normativo ufficiale, completo dei numerosi allegati previsti, al momento ancora mancanti, per arrivare a un testo che possa tener conto del contributo di chi tutti i giorni si confronta in cantiere con le regole. Ciò nell'interesse pubblico a una piena, efficace e veloce realizzazione delle opere». La proposta da portare in Consiglio dei ministri spetta congiuntamente al presidente del consiglio e al ministro delle Infrastrutture. Matteo Salvini ha già detto che la prima approvazione del codice in Cdm dovrà arrivare ai primi di dicembre per rispettare la scadenza del 31 marzo imposta dal Pnrr. È in corso in questi giorni un lavoro di integrazione e modifica del testo consegnato dal Consiglio di Stato al governo: è proprio questo passaggio che ha allarmato le categorie e le ha spinte a diramare un comunicato con una compattezza mai vista prima.

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