Urbanistica

Ance: il blocco delle cessioni affossa imprese e famiglie

La presidente Brancaccio: conseguenze devastanti sul piano economico e sociale

di Giuseppe Latour e Marco Mobili

«Se, come sembra in queste ore, il Governo bloccherà per sempre la cessione di nuovi crediti da bonus senza aver individuato prima una soluzione per sbloccare quelli in corso, vorrà dire che si è deciso di affossare famiglie e imprese in nome di non si sa quale ragion di Stato». Sono le 17 e 16 di ieri pomeriggio, ormai da qualche ora stanno circolando indiscrezioni sulle intenzioni dell'esecutivo e Federica Brancaccio, presidente dell'Ance, fotografa così una situazione drammatica con un post su Facebook. Parole di preoccupazione estrema, che arrivano dopo una giornata nella quale da tutto il paese le sono arrivate chiamate e mail di imprese ormai costrette alla disperazione. Poche ore prima, un'altra presa di posizione dell'associazione, resa pubblica in mattinata, aveva bocciato l'altro elemento chiave del provvedimento che nel pomeriggio sarebbe andato in Consiglio dei ministri.

«Se il Governo - spiegava ancora la presidente - blocca l'acquisto dei crediti da parte degli enti pubblici, che si stanno facendo carico di risolvere un'emergenza sociale ed economica sottovalutata dalle amministrazioni centrali, senza aver individuato ancora una soluzione strutturale, migliaia di imprese rimarranno definitivamente senza liquidità e i cantieri si fermeranno del tutto con gravi conseguenze per la famiglie». Il divieto a carico degli enti pubblici (anticipato dal Sole 24 Ore di ieri) blocca, cioè, sul nascere una serie di iniziative che avrebbero potuto rappresentare un fattore decisivo nella ripartenza del mercato. Una spinta sulla quale migliaia di imprese stavano iniziando a contare.«È da ottobre - diceva ancora Brancaccio - che aspettiamo di capire come si pensa di risolvere una situazione che è diventata drammatica: non ci rendiamo conto delle conseguenze devastanti sul piano economico sociale di una decisione del genere». Il sistema delle imprese Ance è in allarme; la situazione di stallo sul fronte delle cessioni, prima ancora di questo nuovo blocco, stava già mettendo in ginocchio l'economia di interi territori, travolgendo tutta la filiera dell'edilizia.

«Senza un segnale immediato da parte del Governo su una soluzione concreta e strutturale per sbloccare i crediti rischiamo una reazione dura da parte di cittadini e imprese disperati. Abbiamo il dovere di dare risposte e di individuare una soluzione».Gli interventi approvati dal Governo ieri in Consiglio dei ministri sono di segno assolutamente negativo, ma il dialogo con l'esecutivo non si è interrotto. Il ministro dell'Economia, Giancarlo Giorgetti si è detto pubblicamente pronto a «fare tutto ciò che è possibile» per le imprese edili. Un impegno non casuale, frutto della dura risposta della categoria, arrivata ieri nelle stanze di Palazzo Chigi in moltissime forme: la situazione è esplosiva e migliaia di imprese, arrivate a questo punto, rischiano davvero di saltare. Dai territori, dopo la notizia del blocco delle cessioni, sono arrivate reazioni drammatiche, trasferite con un'interlocuzione serrata dalla presidente Brancaccio al Governo nelle ore immediatamente precedenti il Consiglio dei ministri.Tornano di attualità, a questo proposito, i numeri dell'Ance, circolati nei giorni scorsi: 15 miliardi di crediti incagliati, 25mila imprese a rischio fallimento, 130mila potenziali disoccupati. L'effetto valanga è dietro l'angolo. E ora l'associazione si aspetta una soluzione che eviti il collasso del sistema.

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