Imprese

Ance: ora una legge condivisa sulla rigenerazione urbana

Il presidente Buia: non c'è più tempo, è necessario un confronto con il legislatore per una legge strategica

di G.Sa.

«Oggi non abbiamo più tempo: è necessario un confronto con il legislatore per una legge strategica sulla rigenerazione urbana». È questa la richiesta che il presidente di Ance, Gabriele Buia, ha avanzato nel corso di un seminario «Trasformare le città: obiettivo o rischio?», organizzato con la presenza dei principali gruppi politici. «Auspico - ha detto Buia - che si trovi un accordo sui criteri con cui ridisegnare le nostre città, perché la rigenerazione è anche e soprattutto un obiettivo sociale».

Ad aver scosso le imprese - e a motivare il confronto di ieri - è certamente l’esito dell’esame parlamentare del decreto semplificazioni e in particolare dell’articolo 10 che avrebbe dovuto semplificare gli interventi di demolizione e ricostruzione ma ha invece rafforzato i vincoli sulle zone omogenee, cioè i centri storici allargati. «Non ci servono - ha detto ancora Buia - soluzioni a colpi di emendamenti senza collaborazione e senza condivisione su che cosa significa rigenerazione urbana, ma una prospettiva comune che guardi al lungo periodo e tenga conto delle possibilità che i fondi del Recovery Fund mettono a disposizione. Non vogliamo mani libere, ma semplicità di azione».

Sulle linee generali e sull’importanza della rigenerazione urbana si è registrata un’ampia convergenza fra gli ospiti intervenuti: il vicepresidente Assoimmobiliare, Davide Albertini Petroni, il vicepresidente di Legambiente, Edoardo Zanchini, e, fra i parlamentari di maggioranza e opposizione, Luca Briziarelli (Lega), Maurizio Gasparri (FI), Franco Mirabelli (Pd), Paola Nugnes (Leu) e Patrizia Terzoni (M5s).

Il vicepresidente di Ance, Filippo Delle Piane, ha cercato di ricondurre la discussione a elementi di concretezza. Si tratta, in altre parole, di cercare un primo tassello da cui ripartire anche per ritrovare fiducia reciproca fra imprese, associazioni, poitica dopo il brutto spettacolo dell’articolo 10.

«Nell’era dei decreti, decretare che la rigenerazione urbana rappresenta un pubblico interesse sarebbe la prima, indispensabile scintilla per far ripartire i nostri territori» , ha proposto Delle Piane, continuando poi: «È necessario far fare al dibattito un passo avanti, perché a parole siamo tutti d’accordo, ma per ora i risultati non si vedono. Norme a macchia di leopardo e veti incrociati non ci fanno arrivare da nessuna parte».

Preoccupazioni condivise da Zanchini, che ha rilanciato la necessità di «un ministero di riferimento che si occupi di aree urbane» perché «i sindaci da soli non ce la fanno». «Rigenerare edifici obsoleti e spazi abbandonati è un dovere per migliorare il benessere dei cittadini, ma per farlo bisogna prevedere incentivi e premialità per attrarre gli investitori, che hanno bisogno di regole chiare e tempi certi», ha sottolineato il vicepresidente Assoimmobiliare Davide Albertini Petroni.

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