Fisco e contabilità

Anche i sindaci chiedono la revisione del Catasto

L’obiettivo è «superare le sperequazioni senza aumentare il gettito totale»

di Gianni Trovati

Anche i sindaci scendono in campo per chiedere «l’aggiornamento dei valori catastali, senza aumenti della pressione fiscale complessiva». Il progetto è al centro del dibattito sulla delega fiscale, e ne ha fin qui fatto inciampare il cammino verso il consiglio dei ministri dove dovrebbe approdare la prossima settimana dopo la ricerca di una sintesi politica con il centrodestra contrario all’idea di intervenire sul Catasto. Ma l’obiettivo, secondo i sindaci, si potrebbe raggiungere anche «a legislazione vigente».

Il punto, sottolineato dal presidente dell’Ifel Alessandro Canelli (sindaco di Novara) nell’audizione di ieri mattina alla bicamerale sul federalismo fiscale, è «la sperequazione degli attuali valori catastali, che portano a prelievi diseguali su immobili di caratteristiche simili». Perché nella lotteria del Catasto il trattamento fiscale dipende da un’infinità di variabili, legate ai parametri per l’attribuzione delle rendite originarie nelle diverse zone, al mancato aggiornamento negli anni e al rapporto con dinamiche immobiliari diverse fra territorio e territorio. Il risultato, riassume Canelli ai parlamentari, è «il permanere di valori catastali non aggiornati», che «determina non solo marcati profili di iniquità connessi all’effettiva capacità contributiva dei possessori, ma anche il venir meno di quel collegamento fra basi imponbili immobiliari e valore dell’immmobile che va considerato fondamento dell’imposizione fiscale sugli immobili».

L’obiettivo, ci tengono a chiarire i sindaci, non è di arrivare ad «aumenti di prelievo sull’Imu», perché ipotesi di questo tipo «non sarebbero condivise dall’Anci». Nel giudizio dei Comuni l’evocazione del rischio aumenti «contribuisce a deviare l’attenzione dal nodo centrale della perequazione». Ma continua al momento a dominare la scena del confronto nella maggioranza.

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