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Anticipo del Tfr/Tfs, la Funzione pubblica chiede agli enti di spingere per evitare il flop

Dal mese di novembre l'Inps sforna istruzioni operative per i dipendenti ma l'istituto stenta a decollare

di Tiziano Grandelli e Mirco Zamberlan

L'operazione «anticipo Tfs/Tfr» arranca e il Dipartimento della Funzione pubblica richiama i datori di lavoro a una fattiva collaborazione nel procedimento. Può essere così riassunto il contenuto della nota emanata il 13 gennaio, protocollo n. 1975.

L'istituto è stato introdotto con il Dl 4/2019 e la sua attuazione ha incontrato una strada alquanto impervia. In primis era necessario un provvedimento attuativo della norma, che ha visto la luce con il Dpcm n. 51 del 22 aprile 2020. E già più di un anno era trascorso. Poi si doveva provvedere all'accordo fra il ministero e l'Abi (Associazione bancaria italiana) per determinare i termini, le modalità di adesione delle banche, il tasso di interesse e altre condizioni economiche alle quali viene concesso l'anticipo. L'accordo quadro è stato sottoscritto il 7 agosto 2020 e approvato con Dm 19 agosto 2020. Nei mesi di ottobre/novembre alcuni istituti di credito hanno iniziato ad aderire all'accordo quadro. Il terzo tassello è rappresentato dalla convenzione fra il ministero del Lavoro, quello dell'Economia e quello della Pubblica amministrazione con l'Inps, con la quale viene affidata a quest'ultimo la gestione del fondo di garanzia; convenzione stipulata il 28 ottobre 2020. Ora tutte le tessere sono al loro posto e si può partire.

Dal mese di novembre l'Inps sforna una serie di istruzione operative per guidare i dipendenti nella richiesta di anticipo Tfs/Tfr. Nonostante ciò, però, l'istituto stenta a decollare. Di chi è la colpa? Leggendo la nota della Funzione pubblica, il collo di bottiglia sembra rappresentato dai datori di lavoro, i quali possono rivestire una duplice funzione: i diretti pagatori del trattamento ovvero i soggetti che devono aggiornare i dati in possesso dell'Inps. Nel primo ruolo, il Dipartimento sollecita le amministrazioni a fornire rapidamente ai dipendenti le informazioni necessarie per accedere all'anticipo, quale l'importo del Tfs/Tfr maturato e i tempi nei quali sarà corrisposto. Nella seconda veste, le Pa sono richiamate a certificare velocemente le posizioni previdenziali presso l'Inps, istituto chiamato, nella maggior parte dei casi, alla corresponsione del Tfs/Tfr. Il tutto affinché il lavoratore riceva, entro il termine di 90 giorni dalla richiesta, la certificazione del diritto al trattamento e di tutti gli altri elementi sopra descritti, che gli consentono di accedere all'anticipo, così come prevede la norma.

In sostanza, quindi, lo scopo del Dipartimento consiste nel "sensibilizzare" le Pa perché provvedano a quanto di competenza al fine di dare attuazione alla misura in questione.

Un'ultima annotazione: la Funzione Pubblica, nella nota, riconosce che l'anticipo Tfs/Tfr rappresenta uno strumento per attenuare «la disparità di trattamento tra dipendenti pubblici e privati» in tema di pagamento di Tfr o indennità analoghe, mentre la Corte Costituzionale, con la sentenza n. 159, depositata il 25 giugno 2019, ha ritenuto legittime le norme che prevedono il pagamento del trattamento ai dipendenti pubblici in forma differita e rateizzata.

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