Appalti

Appalti, l'Anac consolida il ruolo di «facilitatore» preventivo nelle controversie

Oltre 2.200 pareri di precontenzioso in in 5 anni. Sui pareri di non conformità emessi nel 2019 tassi di adeguamento della Pa dell'81%

di Massimo Frontera

Si consolida - sia pure lentamente - il ruolo di riferimento dell'Autorità Anticorruzione come "facilitatore" degli appalti pubblici, in caso di contrasto tra stazione appaltante e committente. Tra i molti numeri della relazione 2019 illustrata questa mattina alla Camera dal presidente dell'Anac, Francesco Merloni, spicca infatti quello dei pareri di precontenzioso forniti dall'Autorità, che a tutto il 2019 sono 2.209, sia pure con un trend altalenante nell'ultimo triennio: 297 nel 2017, 541 nel 2018 e 258 del 2019. Restando al 2019, solo 30 pareri resi dall'Anac sono vincolanti. Elevata anche la richiesta di istanze 482 in tutto. «A quasi un anno dall'adozione del nuovo Regolamento - si legge nella relazione dell'Anac - i dati paiono confermare come il precontenzioso stia consolidando, tra gli operatori del settore, la propria funzione di strumento, alternativo al ricorso, per ottenere una soluzione delle questioni insorte nel corso della gara».

La decisione di ricorrere al giudizio dell'Anac «è stata certamente incentivata dalla progressiva riduzione della durata del procedimento di trattazione delle istanze», spiega la relazione, che nel secondo semestre 2019 vedono «tempi medi di trattazione e conclusione del procedimento di precontenzioso che si attestano sui 60 giorni». L'indice dell'autorevolezza dell'Anac sta nell'81% di "adeguamento medio" della stazione appaltante ai giudizi di non conformità emessi dall'Authority nelle pronunce di precontenzioso.

Tra le questioni più gettonate l'Autorità segnala l'interpretazione dell'espressione del possesso maggioritario dei requisiti da parte della mandataria (art. 83, comma 8, del Codice) sia nell'ambito di un Rti di temporaneo di professionisti che di imprese. Con il parere "landmark" n.1207 del 18 dicembre 2019 l'Anac ha precisato che, «ai fini della qualificazione di un Rtp o di un Rti, non rileva il fatto che il soggetto designato come mandatario possieda la maggioranza in termini 'assoluti' dei requisiti, essendo sufficiente che sia titolare di una percentuale superiore rispetto a quella delle mandanti, in relazione solo a ciò che è necessario per raggiungere i requisiti minimi di partecipazione».

Interdittive Antimafia: +10% in un anno
Naturalmente, nella relazione dell'Autorità c'è molto altro. Un efficace indice del malaffare è per esempio il numero di interdittive antimafia, emesse dai prefetti, che è in continuo aumento. Nel 2019 Il trend delle interdittive antimafia emesse dai prefetti «è in continuo aumento": nel 2019 sono stati comunicati 633 provvedimenti, contro i 573 del 2018, il 10% in più, e dal 2015 siamo circa a 2.600», ha ricordato Merloni, segnalando che il dato «è molto preoccupante perché le organizzazioni criminali ricorrono sempre più spesso a sistemi corruttivi per raggiungere i loro scopi, approfittando anche delle situazioni emergenziali come quella in corso, con effetti devastanti sul sistema economico e sulle imprese sane, già pesantemente colpite dalla crisi».

Dl Semplificazioni, affidamento diretto «ipotesi pericolosa»
«Per superare la crisi, sembrano riaffacciarsi in questi giorni ipotesi rischiose come quelle di un largo utilizzo dei "super-commissari", del "modello Genova" per alcuni appalti sopra soglia, con amplissime deroghe, ad eccezione delle norme penali e di quelle antimafia, e l'affidamento diretto fino a 150.000 euro senza alcuna consultazione delle imprese», ha segnalato il presidente Anac, aggiungendo che non è togliendo regole che il sistema funziona meglio: al contrario, le deroghe indiscriminate creano confusione, i rup e le imprese non hanno punti di riferimento e si rischia di favorire la corruzione e la paralisi amministrativa».
Dl sblocca cantieri, nessun beneficio ai piccoli lavori
Un altro sassolino tolto dalla scarpa è quello della presunta efficacia del dl sblocca-cantieri e di eventuali provvedimenti simili in arrivo. «Dopo il provvedimento del 2019 - ha detto Merloni - vi è ora il rischio di uno sblocca cantieri-bis, con le stesse problematiche. Le perplessità che l'Autorità aveva su quel decreto trovano una conferma nei dati: a fronte di una crescita del mercato del 23%, quella degli appalti sotto soglia, oggetto delle semplificazioni normative, è stata di poco oltre il 10%. Dunque, non si è avuto nessun beneficio concreto, e il dato non deve stupire più di tanto: i cantieri più piccoli non avevano alcuna necessità di sblocco, perché già ci sono gli strumenti per avviare e chiudere velocemente le gare». I problemi sono altrove. «I problemi - ha infatti aggiunto - vanno ricercati nelle fasi preliminari all'affidamento, ad esempio, nella carente programmazione e progettazione, e in quella successiva dell'esecuzione, spesso frenata da apposizione di riserve e varianti, causata anche da problemi di progettazione, da incrementi di costi e da contenziosi che finiscono per ritardare pesantemente la conclusione delle opere».

Nel 2019 appalti a 170 miliardi (+23%)
Un altro mito da sfatare è l'effetto blocco sugli appalti pubblici. «Dal 2017 in poi - ha ricordato il presidente Anac - la domanda di contratti pubblici è cresciuta sensibilmente. Il trend positivo è proseguito anche nel 2019, con un aumento complessivo del numero delle procedure di circa l'8% e degli importi di quasi il 23%, sfiorando la cifra record di 170 miliardi di euro». «L'emergenza Covid - ha aggiunto - ha cambiato completamento lo scenario. Nel primo quadrimestre del 2020 le procedure perfezionate sono scese di circa il 24% in numero e del 33% in valore». Per procedure perfezionate, ha spiegato Merloni si intende quelle per le quali è stato pubblicato il bando di gara oppure è stata spedita agli operatori la lettera di invito a presentare le offerte. In ogni caso, ha sottolineato il presidente dell'Authority, un quadro definitivo sull'andamento del mercato si potrà avere «solo fra qualche settimana».

Corruzione pubblica dilagante e polverizzata
Sconfortante anche il quadro complessivo della diffusione dilagante di una vera e propria cultura e prassi corruttiva. Dalle informazioni in possesso dell'Autorità emerge infatti «che il fenomeno corruttivo è piuttosto polverizzato e multiforme, e coinvolge quasi tutte le aree territoriali del Paese", ha denunciato il presidente Anac. «Il valore della tangente - ha aggiunto - è di frequente molto basso e assume sempre di più forme diverse dalla classica dazione di denaro, come l'assunzione di amici e parenti. Desta particolare allarme il fatto che la funzione pubblica sia venduta per molto poco, 2.000 o 3.000 euro, a volte anche per soli 50 o 100 euro». Tra le «contropartite più singolari», riscontrate nel 21% dei casi esaminati, l'Anac indica ristrutturazioni edilizie, riparazioni, trasporto mobili, pasti, pernottamenti e buoni benzina e persino un abbacchio.

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