Appalti

Appalti, direttive Ue e corsie veloci senza azzerare il codice

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Sembra decollare - a leggere la bozza del Piano nazionale delle riforme messo a punto dal Mef - la mediazione cui sta lavorando Palazzo Chigi su decreto semplificazioni e codice appalti. La direzione di marcia del Pnr è,a grandi linee, la stessa: revisione profonda del codice appalti senza cancellazioni o sospensioni; riferimento alle direttive Ue per sfoltire e semplificare le norme nazionali (utilizzando il cosiddetto divieto di gold plating, cioè di aggiunta eccessiva di norme nazionali rispetto alle direttive europee); utilizzo di corsie preferenziali e di procedure eccezionali ma senza allontanarsi troppo dal codice.

Certo è che il Pnr, nel mettere questi paletti utili a un’intesa, confligge però con le posizioni di chi (M5s e Iv) vorrebbe puntare tutto su commissari straordinari e «modello Genova» quando ricorda che il codice appalti c’è e resta e - per superare «le criticità derivanti dalla dispersione normativa conseguenti anche all’adozione di decreti ministeriali e delle linee guida vincolanti dell’Anac» - si affida «all’introduzione nell’ordinamento di un regolamento unico». Un tentativo di compattare il Pd (e il governo) sulla posizione della ministra delle Infrastrutture, Paola De Micheli.

La partita del decreto semplificazioni è però anche una partita di bandiere di partito, di richieste (non di rado demagogiche) di strumenti eccezionali, come se la bacchetta magica fosse l’unica in grado di risolvere un problema tanto grave e serio come quello di procedure e Pa eccessivamente lente. Non a caso il ministro Di Maio insegue Salvini chiedendo la sospensione del codice appalti per tre anni, una norma che non è riuscita a varare neanche il governo gialloverde quando se ne discusse (ancora proposta da Salvini) nell’ambito del decreto legge sblocca-cantieri di quindici mesi fa.

La linea di mediazione di Palazzo Chigi e del Pnr - velocizzare davvero senza smantellare tutto - sembra l’unica strada percorribile, ma toni e dettagli saranno decisivi per capire se la maggioranza sia in grado di superare una partita che, non a caso, continua a slittare dopo essere stata annunciata già ad aprile.

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