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Appalti ferroviari, Aiferr denuncia all'Anac maxi gara Rfi: prezzi bloccati e niente progetti

Accordo quadro da 757 milioni: ritirare il bando o modificarlo (prorogandolo). L'associazione scrive anche a Draghi

di Massimo Frontera

Le imprese che operano nel settore ferroviario aderenti all'Aiferr respingono il tentativo di scaricare sugli operatori economici le tensioni sui prezzi che stanno causando seri problemi all'economia di tutta Europa. Il casus belli è la gara lanciata da Rfi per l'eliminazione dei passaggi a livello in tutta Italia. Un accordo quadro che potenzialmente vale 757 milioni di euro, suddiviso in 23 lotti geografici che coprono tutto il territorio nazionale. Una gara importante, che però, sostengono gli operatori, viene proposta al mercato a condizioni insostenibili. Da qui la decisione di segnalare il caso all'Anac, chiedendo a Rfi di ritirare il bando in autotutela o, in alternativa, di modificarlo, concedendo anche una proroga del termine per le offerte fissato all'11 febbraio prossimo. Aiferr ha portato il caso anche all'attenzione del presidente del Consiglio Mario Draghi.

Le ragioni della protesta sono due, riconducibili però all'unico tema dei costi necessari a eseguire l'appalto. Costi che, spiega l'Associazione, sono di fatto insostenibili e fuori controllo. Prima di tutto l'accordo quadro include la clausola dell'invarianza dei prezzi. Elemento questo che, nell'attuale fase di corsa incontrollata dei listini dei materiali e delle tariffe legate all'energia, rappresenta un'incognita ingestibile sotto il profilo del conto economico delle aziende. «La sancita invariabilità dei prezzi alla luce anche dell'attuale instabilità del mercato - scrive l'associazione - comporta un rilevante effetto distorsivo ed impedisce alle imprese partecipanti alla gara in argomento di presentare un'offerta libera ed informata, causando ingenti pregiudizi economici».

Il secondo motivo della protesta è che nei documenti di gara non viene fornito alcun elaborato progettuale, né uno studio di fattibilità né tantomeno un progetto definitivo. Un elemento che, in combinazione con l'invarianza dei prezzi, non può che aumentare l'ingovernabilità del fattore costi. L'associazione segnala come «l'assenza della documentazione progettuale, basilare per poter procedere all'esecuzione delle lavorazioni richieste, leda il diritto dell'operatore economico di partecipare alla procedura in maniera informata, comportando pertanto l'invalidità del bando stesso a seguito di difetto assoluto di istruttoria». Peraltro, fa notare Aiferr, l'assenza del progetto, rappresenta una inosservanza non da poco del codice appalti.

Per questi motivi Aiferr conclude chiedendo alla stazione appaltante del gruppo Ferrovie di «ritirare in autotutela la procedura ristretta DAC 0268.2021 o, in subordine, di pubblicare gli elaborati progettuali mancanti, prorogando contestualmente i termini di scadenza del bando di gara allo scopo di consentire alle imprese invitate ed interessate la formulazione di offerte informate».

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