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Appalti giù del 14,6% senza l'effetto Ferrovie - Al via 46 cantieri nel 2021

De Micheli commenta i dati: «Rappresentano una forte crescita del numero dei cantieri, nonostante la pandemia. È un segnale molto importante per l’economia»

di Giorgio Santilli

Il 2020 è stato anche per gli appalti di lavori pubblici un anno del tutto anomalo: ancora non si vedono gli effetti del decreto semplificazioni che consente di avviare lavori senza bandi di gara e quindi i bandi di gara hanno tenuto - nonostante la pandemia - con una crescita dell’importo totale messo a gara del 9,9%, 43,3 miliardi contro i 39,4 del 2019. Ma a guardare dentro questo dato sorprendente c’è esclusivamente la spinta del gruppo Fs e in particolare di Rfi. Il settore ferroviario ha infatti mandato in gara un importo poco meno di tre volte superiore a quello del 2019, passando da 4,8 a 13,8 miliardi. Le ferrovie rappresentano ora il 31,8% del mercato degli appalti mentre nel 2019 rappresentava il 12,2%. Se si aggiungono gli appalti Anas -che ha pubblicato bandi di gara per altri 5,7 miliardi in crescita del 32% - il gruppo Fs rappresenta oltre il 45% del mercato. Il traino delle opere ferroviarie sul totale degli appalti si può vedere anche da un altro conto: se al mercato complessivo togliamo gli appalti ferroviari, il mercato anziché crescere del 9,9% scende del 14,6%.

È evidente quindi che la spinta - venuta dallo stesso gruppo Fs e soprattutto dalla ministra delle Infrastrutture, Paola De Micheli - a scongelare il contratto di programma Rfi e a tradurre in appalti e cantieri quei finanziamenti ha prodotto i primi importanti risultati.

Anche perché confermati da un altro documento riservato, stavolta contente dati del piano industriale Fs elaborati dalla Struttura tecnica di missione del ministero delle Infrastrutture coordinata da Giuseppe Catalano. Il documento - formato da alcune carte d’Italia - evidenzia i cantieri aperti da Rfi e Anas nel 2020 e quelli che la programmazione Fs prevede siano aperti nel 2021 sulla base dell’avanzamento delle progettazioni, dei processi autorizzativi e delle stesse gare (ma anche dalla possibilità concessa dal decreto semplificazione di ridurre a sessanta giorni il tempo per l’affidamento).

Le due carte principali riguardano i cantieri di Rfi e Anas. Rete ferroviaria italiana ha aperto 19 cantieri nel 2020 e ha in programma di aprirne 22 nel corso del 2021 per un valore complessivo delle opere che partono di 9,8 miliardi. Fra i primi ci sono il potenziamento della Gallarate-Laveno, la Brescia-Verona ad alta velocità, il nodo di Genova e il completamento delle gallerie del Terzo valico, la galleria Castello sull’Adriatica, la tratta Apice Hirpinia sulla Napoli-Bari (l’elenco completo nella mappa in alto sulla destra con il colore azzurro). Più interessante la lista dei cantieri che stanno per aprire: il 2° lotto costruttivo della Verona-Vicenza, il ponte Gardena sulla Fortezza-Verona, la velocizzazione dell’elettrificazione della Mestre-Ronchi sud, il collegamento ferroviario per l’aeroporto di Genova, l’adeguamento della Prato-Bologn (tratta Vernio-Prato), il collegamento del porto di Livorno con l’interporto di Guasticce, il raddoppio della Spoleto-Campello sulla Orte-Falconara, mentre nel Sud spiccano tre tratte della Napoli-Bari, due tratte della Potenza-Foggia (elettrificazioni), l’upgrade tecnologico della Sibari-Catanzaro-Lamezia Terme, il raddoppio della Giampilieri-Fiumefreddo sulla Messina-Catania (l’elenco completo nella mappa in alto in colore verde).

I numeri dell’Anas sono meno buoni dall’Osservatorio Cresme, con una riduzione dei bandi di gara del 33% (ma bisogna ricordare che De Micheli ha fatto forte pressing sull’Anas come su Rfi per utilizzare il Dl semplificazioni con affidamento di lavori anche senza bando di gara). Nella mappa l’Anas registra 19 opere cantierate nel 2020 (colore azzurro), 9 opere da cantierare nel 2021 (colore verde) e 15 opere da appaltare (colore rosso), a conferma che la progettazione è a uno stadio meno avanzato.

La terza carta d’Italia in basso evidenzia invece le 16 opere di trasporto rapido di massa (metropolitane in blu, tranvie e filovie in arancione) per cui è prevista l’apertura di cantieri nel 2021. Fra le opere principali la tratta Venezia-Colosseo della metro C di Roma, la M2 e la Milano-Lambrate nel capoluogo lombardo, la tranvia Leopolda-Piagge a Firenze, i cantieri archeologici Dante-Garibaldi a Napoli, il sistema ferroviario metropolitano a Reggio Calabria, la Circumetnea a Catania.

De Micheli commenta i dati: «Rappresentano - dice - una forte crescita del numero dei cantieri, nonostante la pandemia. È un segnale molto importante per l’economia e dimostra che la ripresa è possibile nel segno del lavoro e dello sviluppo. Le opere pubbliche sono un traino fondamentale per tutto il sistema Italia ed in particolare per colmare il divario con il Mezzogiorno». De Micheli ribadisce anche che «l’impegno nel Recovery Plan è poderoso per tutto il Sud» e fa «un esempio per me fondamentale: in Calabria abbiamo deciso di investire complessivamente 2 miliardi e 900 milioni per le infrastrutture ferroviarie. Di questi - aggiunge De Micheli - un miliardo e 800 milioni serviranno per avviare la realizzazione della linea di Alta Velocità tra Salerno e Reggio Calabria».

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