Appalti pulizie, arrestato imprenditore: super-ribassi grazie allo schema per evadere le imposte
Titolare di una cooperativa ai domiciliari per bancarotta, sequestri per 10 milioni
Aveva costituito, con l'aiuto di un commercialista, decine di società intestate a prestanome alle quali venivano sub appaltati i servizi di pulizia in edifici e hotel di lusso in tutta Italia ma che in realtà venivano utilizzate come meri contenitori di 'forza lavoro' su cui far gravare oneri tributari e previdenziali. Era lo schema messo in piedi da un 52enne imprenditore romano posto agli arresti domiciliari dal Gip di Roma al termine di un'indagine del nucleo di polizia economico-finanziaria della Guardia di Finanza di Roma che ha portato al sequestro di beni per un valore di dieci milioni.
L'imprenditore e il commercialista - nei confronti del quale è scattato il divieto di esercitare la professione - devono rispondere, a vario titolo, di bancarotta fraudolenta, false comunicazioni sociali, dichiarazione fiscale infedele e indebita compensazione.
Le indagini sono partite dal fallimento della cooperativa «Cgs Servizi Scarl» operante nel settore delle pulizie di palazzi e hotel di lusso con circa 800 lavoratori inquadrati, che era al vertice del gruppo di imprese gestite da Bernardone. Le società costituite ad hoc da Bernardone e dal commercialista, sostengono gli investigatori, restavano attive solo per brevi periodi e indicavano elementi passivi fittizi nelle dichiarazioni fiscali. Così facendo maturavano rilevanti crediti Iva, in realtà inesistenti, che venivamo poi impiegati per compensare i debiti nei confronti dell'erario e degli enti previdenziali. Un meccanismo che ha consentito al gruppo di ottenere decine di commesse a prezzi insostenibili per le altre aziende.