Appalti

Appalti senza bando e senza gara, con il Dl Semplificazioni balzo a 2,2 miliardi a fine 2020

Osservatorio Cresme-Il Sole 24 Ore: il boom è nelle procedure negoziate (quelle che una volta si chiamavano trattative private a inviti) per la fascia superiore ai 5 milioni

di Giorgio Santilli

Eccoli qui i primi numeri che fotografano il balzo degli appalti ad affidamento diretto, senza gara e senza bandi per effetto del decreto legge Semplificazioni. Un taglio netto alla trasparenza e alla concorrenza nel mercato. Li scova e li segnala l’Osservatorio Cresme-Il Sole 24 Ore sulle gare dei lavori pubblici, a conferma che questo genere di statistiche sono utilissime per fotografare le tendenze del mercato degli appalti pubblici (se letti correttamente). Ebbene, il totale delle procedure senza gara piena registrate nel quarto trimestre 2020 ammontano a 2,2 miliardi, tre volte quanto successo nella prima metà dell’anno (media trimestrale 708 milioni) prima dell’entrata in vigore del decreto legge Semplificazioni.

Ma è la scomposizione del totale che riserva letture assai interessanti perché il decreto Semplificazioni interviene su diversi segmenti del mercato.Quello più dificile da intercettare - anche perché non vi è obbligo di avviso per una fascia di piccoli lavori - è quella che riguarda interventi di importo inferiore a 150mila euro. Qui i numeri - con una crescita da 79 a 86 milioni di lavori fra terzo e quarto trimestre - non evidenziano alcun fenomeno che, appunto, resta sommerso.

Diverso è il discorso per la fascia di lavori da 150mila a 5 milioni di euro dove si passa dai 431 milioni medi per trimestre della prima parte dell’anno a 1.031 miliardi avviati all’appalto senza gara. Due volte e mezza, quindi. Il numero di lavori è un altro indicatore che conferma il balzo: si passa dai 936 interventi del secondo trimestre ai 1.670 del quarto (+65%).

Ma il vero balzo è nelle procedure negoziate (quelle che una volta si chiamavano trattative private a inviti) per la fascia superiore ai 5 milioni di euro. Per i cosiddetti lavori sopra soglia, per altro, la stessa Ue prevede condizioni eccezionali - individuate dal decreto Semplificazioni nell’emergenza Covid - per poter procedere su questa strada. Fatto sta che si passa da 185,3 milioni a 1.083 milioni, con un salto di quasi dieci volte. Eccolaqui la rappresentazione plastica dell’effetto Semplificazioni. Il Cresme riesce però a fare un ulteriore lavoro su questi dati, dividendo questa categoria in procedure negoziate con bando, che passano da 108 milioni a 650,2 milioni (6 volte), e procedure negoziate senza neanche il bando di gara, che passano da 77,3 a 433,4 milioni (anche in questo caso 6 volte).

Il Cresme estrae anche l’elenco delle principali opere che hanno scelto le scorciatorie previste dal decreto legge Semplificazioni. Ai primi sei posti per dimensione - parliamo di opere che vanno da 85,4 a 19,1 milioni - ci sono quattro opere dell’Anas, a conferma che ha avuto effetto la pressione esercitata dalla ministra delle Infrastrutture, Paola De Micheli, per l’applicazione del decreto Semplificazioni. Oltre all’Anas, un’altra stazione appaltante che ha utilizzato le procedure negoziate veloci è l’Autorità del sistema portuale del Mar Ligure Occidentale, che ha piazzato cinque opere fra le prime undici. Va per altro detto che in questo caso giocavano un ruooo anche i poteri commissariali collegati alla ricostruzione del Ponte di Genova.

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