Architettura, Generali Real Estate leader nei concorsi privati di progettazione
Generali Real Estate non ha rivali in Italia per numero di concorsi privati di progettazione promossi. E mediamente solo il 10% delle iniziative non sono arrivate a conclusione. Come agisce quella che quindi rappresenta una best practice (che al 30 giugno gestiva un patrimonio immobiliare del valore di circa 29 miliardi)? Innanzitutto promuove concorsi di idee ristretti a 4-5 studi, selezionati sulla base del curriculum e dei lavori già svolti. «Individuiamo la soluzione e il linguaggio architettonico che meglio si sposano con l’immobile da riqualificare o costruire, e valutiamo l’approccio – spiega Paolo Micucci, head of project planning & implementation – che nella maggior parte dei casi si deve confrontare con un valori importanti, almeno per i trophy asset».
Solo nell’ultimo anno sono arrivate al traguardo diverse operazioni : a Roma con Pras è stato restaurato Palazzo Bonaparte in Piazza Venezia; con Open Project, Gre ha lavorato a Casalecchio di Reno e con A2N a Piacenza ha sviluppato il progetto per un immobile logistico. Tra i concorsi indetti negli ultimi due anni spicca quello per la valorizzazione delle Procuratie Vecchie in piazza San Marco, a Venezia, vinto dallo studio di David Chipperfield e, a Milano, il Bassi Business Park, sviluppata dallo studio Obr, e l’immobile a uso uffici in via della Liberazione 16/18 affidata a Atelier(s) Alfonso Femia. Sempre a Milano, Gre ha lavorato anche con Park Associati (Engie, via Chiese 74, inaugurato a settembre) e con Gas Studio (riconversione per Axa, in viale Sturzo). Tra le ultime realizzazioni che vedono in campo team di emergenti c’è il nido BabyLife di Citylife progettato dallo studio O2Arch.
«Per rinnovare i piccoli immobili (di proprietà e per conto terzi) e mettere sul mercato dei prodotti di qualità, usiamo lo strumento degli accordi quadro. Abbiamo selezionato una serie di professionisti – spiega Micucci – attraverso una gara per definire un prezziario, secondo cui a rotazione li attiviamo per servizi di progettazione». In 3-4 anni è stato creato un albo fornitori di circa 200 studi o professionisti divisi per disciplina: dagli architetti e gli ingegneri ai consulenti per l’antincendio e sicurezza, dai quantity surveyors ai project manager. Nel triennio 2015-17 si contano circa 350 mandati all’anno, il 60% assegnato attraverso la formula dell’accordo quadro e il 40% tramite gare private. Negli ultimi 5 anni sono stati coinvolti circa 400 studi.
Una volta tanto l’Italia fa scuola, e con l’arrivo di Aldo Mazzocco in regia, il modello è stato esportato in Europa: «Stiamo lanciando - racconta Micucci - due concorsi in Spagna e un altro in Francia. Anche in quei contesti stiamo facendo un’attività di scouting tra i professionisti locali». Non manca l’impegno sul tema dell’innovazione di prodotto, captando nuovi trend attraverso un team dedicato specificatamente al “product development”. Per la gestione delle operazioni Gre adotta un modello anglosassone, coordinando un team di consulenti esterni, oltre al progettista, scelto direttamente di volta in volta.