Personale

Assunzioni, fuori dai calcoli sulla spesa di personale il costo degli arretrati contrattuali

Fra le novità dagli emendamenti approvati in Senato anche la proroga al 2024 dei termini per la stabilizzazione dei precari

di Gianni Trovati

Arriva una semi-sterilizzazione del costo dei rinnovi contrattuali nel calcolo della "sostenibilità finanziaria" che misura le assunzioni negli enti locali. A uscire dai conteggi saranno gli oneri degli arretrati, che avrebbero fatto saltare i conti in tutti gli enti locali con la probabile entrata in vigore quest'anno del contratto 2019/2021 in fase di negoziato all'Aran (la prossima riunione è in calendario il 21 giugno). Da segnalare poi un altro emendamento approvato che proroga di altri due anni, fino al 2024, i termini per la stabilizzazione dei precari prevista dall'articolo 20, comma 2 del Dlgs 75/2016 che ha attuato la riforma Madia sul pubblico impiego.

A introdurre la novità è un emendamento approvato al decreto Pnrr-2 in corso di discussione al Senato. I Comuni chiedono da tempo di escludere dai calcoli della spesa tutto il costo dei rinnovi contrattuali; il problema è senza dubbio destinato a esplodere nel tempo, con la ripresa della macchina contrattuale che per di più nel 2022-24 sarà travolta dalla poderoso risveglio dell'inflazione. La Ragioneria generale dal canto suo si è sempre opposta alle deroghe dai meccanismi di calcolo sulla base dell'argomento, fondato, che con l'esclusione progressiva delle voci si sarebbe persa la misurazione effettiva della sostenibilità finanziaria della spesa di personale.

In attesa di una soluzione strutturale, come capita sempre, arriva un compromesso parziale. Che grazie all'emendamento approvato a Palazzo Madama esclude appunto dai calcoli previsti dall'articolo 33 del Dl 34/2019 «la spesa di personale riferita alla corresponsione degli arretrati di competenza delle annualità precedenti all'anno di effettiva erogazione». La mossa ha una sua logica, perché la gobba di spesa per gli arretrati non è strutturale ma è l'effetto collaterale del ritardo nei rinnovi, e quindi non incide sulla sostenibilità a lungo termine della spesa. Per questa ragione gli arretrati escono definitivamente dal conto, con una norma a regime che per il momento però salva prima di tutto gli effetti contabili sul 2022, e sui conseguenti limiti alle assunzioni dal prossimo anno.

Per saperne di piùRiproduzione riservata ©