Il CommentoFisco e contabilità

Attuazione del Pnrr, un difficile banco di prova per Regioni ed enti locali

di Ettore Jorio

L'attuazione del Pnrr rappresenterà un difficile banco di prova per Regioni ed enti locali. Un compito arduo, da svolgere senza i dovuti "allenamenti" preparatori degli eventi, che imporrà certamente la rivisitazione delle loro strutture organizzative, sia delle giunte che dei consigli, e di conseguenza la previsione e l'individuazione di dirigenti organici veramente all'altezza dei loro specifici incarichi.

Ciò in quanto, per come organizzato il relativo reclutamento, la selezione dei cosiddetti 1000 esperti - da perfezionare tempestivamente con la successiva contrattualizzazione utilizzando le risorse europee rese disponibili dal rispettivo riparto ad hoc da dedicare all'acquisizione di supporti professionali ai procedimenti amministrativi connessi all'attuazione del Pnrr (articolo 9, comma 1, del Dl 80/2021) – non ha affatto entusiasmato per metodo e tempistica. Un provvidenziale aiuto, attribuito per assicurare il buon fine alla gestione delle procedure più complesse, prioritariamente quelle afferenti agli appalti, all'ambiente e digitalizzazione, sulla cui utilità c'è, francamente, da nutrire qualche dubbio sul risultato atteso, considerata la procedura selettiva utilizzata per contribuire alla formazione di una governance di tutto rispetto. Al riguardo, sarebbe forse occorsa una maggiore previdenza dal parte del Governo, intanto nell'iniziare prima e non aspettare i primi di ottobre, nel definire un percorso di selezione vero e proprio seguito da una alta formazione dedicata ai selezionati. Ciò soprattutto in considerazione che le amministrazioni territoriali interessate si renderanno beneficiarie reali delle facilitazioni economiche solo e soltanto a seguito di corretta attuazione e applicazione rispettivamente, dei prodotti amministrativi e delle procedure realizzative, quindi dei risultati conseguiti, finanziati secondo la metodologia degli stati di avanzamento.

Quanto fatto sino a oggi, oltre che essere dimostrativo di una più generale sottovalutazione degli adempimenti del sistema autonomistico territoriale, fornisce la prova di una inadeguatezza organizzativa che potrebbe rendersi causa del mancato godimento delle risorse del Recovery Fund. Un'ipotesi disastrosa, quella di ritornare i quattrini alla mittente Ue, che impedirebbe al Paese quella trasformazione pretesa a livello unionale senza la quale il futuro del Paese sarebbe davvero difficile da affrontare.

Il tempo sprecato è stato tanto - nell'individuare percorsi, target-obiettivi, procedure finanziarie e contabili, selezione delle risorse professionali indispensabili per la «Next Generation Italia» (Pnrr) – occorre quindi guadagnarlo subito e bene. Non correndo, ma attraverso comportamenti amministrativi e scelte ragionate. Le Regioni, soprattutto, dovranno agire come mai, perché chiamate a svolgere il ruolo di HUB delle task force dedicate alla semplificazione delle procedure che dovranno essere affrontate anche dal sistema degli enti locali.

La rideterminazione delle loro strutture organizzative dovrà rappresentare il momento nel quale si deciderà la partita da giocare. Il dilemma conseguente è rappresentato dall'allontanarsi dalle tradizionali previsioni e prioritariamente dalla scelta da effettuare di istituire un Dipartimento apposito che abbia, però, una ricaduta su tutti gli altri interessati al tema, con ovvia responsabilità di risultato della dirigenza impegnata in caso di colpe tanto gravi tali da determinare la perdita dei finanziamenti destinati all'ente medesimo. Insomma, viene offerta a Regioni ed enti locali una occasione più unica che rara, nei confronti della quale - per dirla alla Edoardo De Filippo - se si ha voglia di vincere alla lotteria occorre quantomeno acquistare un biglietto (san Gennaro, dixit).

D'altronde, l'esigenza di rivedere la struttura burocratica non è affatto trascurabile, dal momento che la sua sensibile rideterminazione dovrà misurarsi con la corretta attivazione delle procedure per un lasso di tempo certamente più lungo di una legislatura, quanto alle Regioni, e di una consiliatura, se riferita agli enti locali. Uno step ineludibile per raccordare al meglio la strategia del Pnrr con le politiche territoriali di sviluppo, a partire da quelle di coesione e assistenza alla persona, ma soprattutto per spendere bene entro agosto 2026.