Fisco e contabilità

Aumento della spesa per il trasporto scolastico, i Comuni battono cassa

La stima di Anci sul possibile aggravio di costi a carico delle amministrazioni si aggira intorno a 220 milioni

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di Amedeo Di Filippo

Si apre un ulteriore fronte caldo per la riapertura delle scuole fissata al prossimo 14 settembre. Sotto gli auspici delle nuove linee guida allegate al Dpcm dello scorso 8 agosto, l'Anci ha fatto quattro conti e ha rilevato che per limitare la presenza degli alunni sui mezzi di trasporto e aumentare le corse, la spesa a carico dei Comuni rischia di aumentare del 50%. Risorse che gli enti non hanno e che per questo devono essere messe a disposizione dal Governo centrale in tempi rapidi.

Trasporto scolastico
Il Dpcm 8 agosto, che proroga le misure di contenimento del Covid-19 fino al 7 settembre, contiene all'allegato 16 le linee guida per il trasporto scolastico dedicato. Benché fondato sulla responsabilità delle famiglie, il documento impone la sanificazione del mezzo «almeno una volta al giorno», la messa a disposizione su ogni mezzo di detergenti per le mani, la salita e discesa ordinata e governata degli alunni, la loro distribuzione a bordo anche mediante marker segnaposto in modo da garantire il distanziamento di almeno un metro «limitando così la capienza massima», a meno che non sia possibile l'allineamento verticale su posti singoli – ma evitando il «faccia a faccia» - o quando la permanenza nel mezzo non sia superiore a 15 minuti. Le linee guida consegnano inoltre ai Comuni l'onere di determinare fasce orarie del trasporto non oltre le due ore antecedenti l'ingresso usuale a scuola e un'ora successiva all'orario di uscita.

La lettera
Il presidente dell'Associazione dei comuni, Antonio Decaro, ha preso carta e penna e ha scritto alla Ministra delle infrastrutture e dei trasporti, Paola De Micheli, segnalando la preoccupazione dei sindaci in ordine all'ormai sicuro aumento del numero dei mezzi, delle corse da effettuare e del personale conducente e accompagnatore. Correda la sua lettera con una nota di dettaglio sui costi sostenuti dai Comuni, che contiene una stima sul possibile aggravio di costi a carico delle amministrazioni civiche: il conto si aggira intorno ai 220 milioni di euro. Se il Governo intende confermare le modalità di trasporto indicate nell'allegato 16, annuncia il presidente dell'Anci, sarà necessario individuare risorse a livello centrale da destinate direttamente ai Comuni onde assicurare il servizio di trasporto scolastico, «essenziale a garantire il diritto allo studio».

La nota
Il documento Anci, messo a punto con Ifel, ragiona con i dati relativi ai 6.621 Comuni – il 90% del totale – che svolgono il trasporto scolastico e la spesa per utente trasportato sostenuta come rilevata dal questionario Sose somministrato nel 2017. Il numero di utenti trasportati è quello utilizzato in sede di calcolo dei fabbisogni standard della Funzione di Istruzione Pubblica, ma per maggior completezza di analisi è stato confrontato con il dato di fonte Miur sugli utenti trasportati nei vari plessi scolastici. I numeri restituiscono un costo medio per utente di 737 euro, che moltiplicato per i 597.666 utenti trasportati fa 440 milioni di euro e rotti. Rispetto a questo livello di spesa, secondo l'Anci l'incremento si aggirera intorno alla metà, 220 milioni di euro, la metà esatta, stima che peraltro non tiene conto delle agevolazioni che sono concesse, con oneri a carico degli enti locali, agli utenti delle scuole secondarie di primo e secondo grado, che utilizzano i mezzi ordinari di Tpl urbano ed extra urbano e neppure tiene conto, inoltre, dei maggiori costi che graveranno sul trasporto degli alunni con disabilità.

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