Il CommentoAmministratori

Autonomia differenziata, tempi e prospettive del referendum abrogativo

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di Ettore Jorio

Da qui a un anno, il dibattito pubblico si concentrerà sul regionalismo asimmetrico, nonché sul ddl costituzionale introduttivo della elezione diretta del premier, ma per altri versi.

Sul primo perché, al netto di incidenti di percorso che ne inabilitino il prosieguo, un’eventuale celebrazione referendaria abrogativa non potrà che avvenire nella primavera inoltrata del prossimo anno (2025).

Vediamo il perché:

  • a oggi è intervenuto il deposito in Cassazione di uno dei quesiti referendari preannunciati, da pubblicare sulla Gazzetta Ufficiale, con la opzione assicurata alla Nazione di abrogazione totale della legge 86/2024;
  • sarà possibile, di qui al 30 settembre prossimo, un versamento in Cassazione di un ulteriore quesito per un’abrogazione parziale della legge medesima, riferibile alla tematica delle Intese;
  • potranno essere così formalizzate due iniziative popolari alternative alla improbabile richiesta di referendum da parte di cinque Regioni a statuto ordinario;, attraverso due distinte raccolte di 500mila firme entro la medesima data, mediante deposito delle firme dei cittadini istanti, autenticate nelle forme di legge;
  • dovrà materializzarsi al riguardo una positiva verifica della Cassazione, con conseguente trasmissione del/dei quesito/ti alla Consulta, che provvederà a giudicare sulla loro ammissibilità entro il 20 gennaio 2025;
  • successivamente, più esattamente a giudizio positivo della Corte costituzionale sulla sua ammissibilità (in assenza della quale il tutto si trasformerà in un mero tentativo mancato), il Governo in carica fisserà la celebrazione referendaria non prima del 15 aprile e non oltre il 15 di giugno 2025.

Da qui, il pronostico sugli esiti, scanditi nel tempo:

a) il deposito del secondo quesito per...