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Autostrade, il consorzio Sis conquista l'A3 Napoli-Salerno: 25 anni di gestione per 2,7 miliardi

Rigettato dal Consiglio di Stato il ricorso presentato da Autostrade Meridionali

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di Mauro Salerno

Passa nelle mani del Consorzio italo-spagnolo Sis (Sacyr, Inc, Sipal) la gestione dell'A3 Napoli-Pompei-Salerno. Con una sentenza pubblicata venerdi 4 febbraio (n. 795/2022) il Consiglio di Stato ha confermato l'aggiudicazione della concessione al consorzio,respingendo il ricorso presentato da Autostrade Meridionali (attuale concessionario della tratta). Dunque nei prossimi mesi è atteso il subentro del nuovo concessionario nell'attività di gestione del percorso dell'A3, di poco più di 50 km, che comprende il tratto tra i due capoluoghi campani attraversando anche Pompei, con un affidamento per 25 anni e un valore di 2,7 miliardi di euro.

Al centro della sentenza la gara (una procedura competitiva con negoziazione) bandita dal Mims (all'epoca Mit) a luglio 2019 per affidare la concessione dell'autostrada dopo che una precedente gara del 2012 era finita con l'esclusione di tutte le offerte. Alla nuova gara si sono ripresentati Autostrade Meridionali (Edizione Srl 58%, Praude asset management 10%, mercato 31%) e Sis, risultata poi vincente con aggiudicazione decisa il 4 febbraio del 2020. Decisione contro cui Autostrade Meridionali ha deciso di fare ricorso, «lamentando essenzialmente - si legge nella sentenza - l'inattendibilità dell'offerta aggiudicataria per l'erroneità dei dati inseriti nel piano economico e finanziario (Pef) accluso all'offerta economica, con particolare riferimento ai costi operativi e al costo del personale». In particolare Autostrade Meridionali aveva contestato l'affidabilità economica del Pef presentato da Sis nella parte in cui prevede una riduzione dei costi operativi (al netto dei canoni dì concessione) per 268,8 milioni nell'arco temporale della concessione (dal 2020 al 2044), abbattendo il totale dei costi operativi da 1.499,1 milioni (importo posto a base di gara) a 1.230,3 milioni (preventivati dal Consorzio Sis). Tra le contestazioni una riguardava anche la non corretta stima dei personale da riassorbire in caso di subentro.

Obiezioni bocciate sia dal Tar che dal Consiglio di Stato che da ultimo ha rilevato come la riduzione dei costi operativi, al netto dei costi di manutenzione ordinaria (non modificabili al ribasso) e del canone di concessione, era «consentita dalla legge di gara ed è stata adeguatamente giustificata dal Consorzio (si veda la relazione giustificativa presentata dal Consorzio con nota del 9 gennaio 2020) e positivamente valutata dalla commissione di gara che, non irragionevolmente, ha rilevato che la previsione trova copertura nell'andamento dei ricavi previsti nell'intero periodo di concessione; e che una eventuale evoluzione negativa dell'andamento dei costi è una componente del rischio di impresa assunto dal concessionario, il quale (in caso di scostamenti rispetto alle previsioni attestate nel Pef) non potrebbe comunque compensare i maggiori costi attraverso l'adeguamento delle tariffe». Analoghe considerazioni si trovano nella sentenza circa la stima dei costi del presonale e sulle altre obiezioni sollevate con il ricorso.

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