Il CommentoAmministratori

Azione amministrativa della Pa alla prova dell’intelligenza artificiale

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di Ettore Jorio

L’IA spinge con una motivata e irruente vis. È oramai destinata a entrare ovunque. Non è assoggettata alle liste di attesa, va infatti dritta più del treno. Anzi, entrare è dir poco, tra non molto governerà - attraverso i dati di ieri, quando andrà bene, altrimenti invecchiati di qualche anno - quantomeno l’azione amministrativa della Pa.

Questo genererà due vulnus:

  • il primo perché nella sua new entry - diversamente dai colossi privati che sono più attenti a effettuare investimenti in prodotti informatici specifici per le loro esigenze reali - si consegnerà a una metodologia intelligente applicata in serie, decisa dalla Autorità centrale con i soliti criteri e subita da quelli infra-statali. Il rilascio del prodotto informatico avrà l’effetto di consegnare kalašnikov alle autonomie territoriali piccole bisognose di cacciare i passeri, lasciando immaginare cosa accadrà nei governi locali e non solo, incapaci di affrontare anche i minimi rinnovamenti tecnologici;
  • il secondo sarà più grave perché, in un sistema pubblico fondato sulla programmazione pluriennale, si rischia di generare un errore di partenza dei dati conseguiti, tale da inguaiare il governo delle componenti istituzionali della Repubblica di portarsi for ever un pericoloso vizio di origine. In tal senso rappresentano una seria preoccupazione, per esempio, due ambiti molto sensibili: la tutela della salute e la giustizia verosimilmente inguaiabili, rispettivamente, da una assistenza fuori misura e da decisa perfezionati in costanza di errori giudiziari o, peggio ancora, da statistiche ad hoc. Ciò senza ben comprendere come l’intelligenza possa implementare i loro esercizi tipici, per esempio: se nell’amministrazione della giustizia l’IA debba scrivere le sentenze ovvero indicare agli avvocati, preventivamente, quali incarichi da assumere con alta percentuale di risultato positivo.

A monte di tutto questo è la determinazione dei fabbisogni da soddisfare, dei deficit persistenti, delle economie disponibili, da una ...