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Bando da 200 milioni con dialogo competitivo per la rinascita del borgo fantasma di Apice (Bn)

Il comune irpino affida la concessione per il piano di recupero dell'antico centro storico evacuato nel 1962

di Massimo Frontera

Il comune campano di Apice, in provincia di Benevento, ha pubblicato un bando per recuperare e valorizzare il borgo storico evacuato nel 1962 dopo due forti scosse di terremoto. Nonostante le abitazioni siano rimaste in piedi, l'area è stata interdetta a causa del rischio di crolli e da allora l'antico centro storico abbandonato è diventato un vero e proprio borgo fantasma. Ora l'amministrazione del comune (circa 5.500 abitanti) vuole recuperarlo, sfruttando il tessuto urbano semplice e a misura d'uomo - fatto di semplici case di uno o due piani in posizione collinare - per ripopolare l'area e dare nuova linfa al comune. Ha pertanto scelto di lanciare un bando con procedura di dialogo competitivo per la "Riqualificazione dell'intera zona «A» del centro storico di Apice" per un valore indicato in 200 milioni di euro.

Al vincitore sarà rilasciata la concessione di attuare «un progetto unico di interventi quale piano urbanistico programmatico attuativo di riqualificazione dell'intera zona "A" del centro storico di Apice (Bn) finalizzato alla valorizzazione del patrimonio disponibile, ed al recupero e riutilizzo dell'edificato esistente». La durata della concessione sarà definita successivamente. Il termine la partecipazione è fissata al 30 giugno prossimo. Tra i requisiti economico-finanziari si richiede un fatturato nel triennio 2017-2019 di almeno 400 milioni di euro.

La procedura prevede tre fasi: «una prima fase in cui l'Amministrazione riceverà le domande di partecipazione, una seconda fase nella quale il comune di Apice avvierà un dialogo con i candidati ammessi al fine di definire in maniera precisa i contenuti della proposta, le fonti di finanziamento, le modalità tecnico-operative e le eventuali particolari condizioni di favore garantite. Compiute le due fasi ne seguirà una terza di gara vera e propria nella quale i soggetti che saranno stati ammessi saranno invitati a presentare la loro migliore offerta tecnico economica».


Negli anni, i 2.500 residenti originari del borgo storico di Apice costretti ad abbandonare le loro case dopo le forti scosse di terremoto, hanno ottenuto i fondi per ricostruire altrove nuove abitazioni. Per effetto delle norme allora vigenti sulla ricostruzione, il comune ha progressivamente acquisto gli immobili per i quali i proprietari hanno beneficiato del contributo di ricostruzione. «Oggi - si legge in un documento a cura dell'ufficio tecnico del comune - possiamo affermare che il Comune di Apice è proprietario di circa l'75% del patrimonio del centro storico. Questo ha fatto sì che l'Amministrazione si ritrova un patrimonio edilizio storicizzato per il quale negli anni sono stati adottati un Piano Particolareggiato e un Piano Integrato degli interventi approvati dalla Regione Campania, fino alla richiesta nel 2006 di "Riconoscimento di Centro Storico di particolare pregio"».

Nei documenti di gara si legge che il comune vorrebbe insediare nuove funzioni culturali (museo, auditorium, polo culturale), oltre a negozi, servizi, un polo ricettivo alberghiero e nuove residenze. Funzioni in grado di attrarre persone e famiglie con «l'attrattiva - si legge nei documenti descrittivi a cura del Comune - di poter vivere una vita a misura d'uomo, la prospettiva di una crescita sostenibile insieme alla convinzione che l'uso delle tecnologie più moderne per la riqualificazione del tessuto edilizio sono la chiave per questa voglia di rinascita che si avverte». Il recupero e la valorizzazione prevedono di intervenire su patrimonio costruito complessivamente pari a 200mila metri cubi su una superficie urbanizzata di 800mila mq, coinvolgendo 1.697 edifici residenziali esistenti a uno o due piani (oltre a 189 negozi).

Queste le possibili idee da realizzare nel programma di rivitalizzazione dell'antico borgo, come elencate nel bando: «restauro e messa in sicurezza di alcuni degli edifici distrutti, da destinare a sale di un "museo all'aperto", nelle quali ricostruire e rivisitare, anche attraverso l'uso della realtà virtuale, il borgo che fu; creazione di laboratori che richiamino artigiani locali per la ripresentazione delle arti e dei mestieri di un tempo, anche attraverso la convenzione con Enti di Formazione; ricostruzione di un minimo tessuto residenziale, attraverso il recupero delle unità abitative preesistenti, da destinare a giovani coppie, anziani, studenti e diversamente abili; offerta di ospitalità in diverse tipologie, preferibilmente da affidare in gestione ai giovani del posto, per creare strutture organizzate in B&B, Albergo Diffuso, RTA, consentendo un incremento dell'occupazione sul territorio; attivazione a supporto dei servizi di ospitalità, di Attrazioni Turistiche come: rafting, pesca, trekking, ciclo vie, Spa, street food, realtà virtuale eventi culturali ecc».

I documenti di gara

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