Il CommentoFisco e contabilità

Bilancio consolidato, per gli enti si avvicina la scadenza del 30 settembre

di Ettore Jorio

Il debito pubblico inarrestabile, la ricorrente inidoneità della maggior parte dei decisori locali ad affrontare i problemi gestori della Pa e il ripianamento dei frequenti disavanzi di amministrazione con la dovuta conoscenza tecnica, la non esaltante squadra della burocrazia (fatte le dovute eccezioni) che li assiste e ne determina (ahinoi) le scelte di fondo, la pretesa statale di uniformità contabile con l'adesione alle regole dettate dal codice civile e dal Dlgs 118/2011 stanno imponendo la conoscenza sociale del valore del netto patrimoniale. Questo quale metodo di misura dei saldi contabili del sistema autonomistico, costituente semplicisticamente la differenza tra crediti e debiti. Una esigenza avvertita da sempre nelle famiglie impegnate alla conta della ricchezza posseduta sottratti i relativi pagamenti da effettuare per realizzarla (solitamente, il mutuo per la casa).

Insomma, tutto questo rappresenta la pretesa generale della società civile e, con questo, il dovere del sistema autonomistico locale di offrire la conoscenza in progress dello status quo dei conti alla propria comunità e allo Stato, impegnato nel suo bilancio consolidato. Un'utilità, quella di conoscere il proprio stato patrimoniale e finanziario dei conti, che rappresenta la linea guida dell'imprenditore coscienzioso per effettuare le scelte possibili e rinviare quelle impraticabili.

A ben vedere, è lo stato patrimoniale a guidare e pretendere le politiche economiche che dovranno pertanto essere individuate con grande cura e una attenta previsione dei prossimi e futuri accadimenti. Nel pubblico, quelle che caratterizzeranno i successivi ricorrenti trienni. Il tutto con particolare riferimento ai pronostici economici, tenuto conto degli ammortamenti da sostenere dei ratei di rimborso degli investimenti necessari effettuati.

Un modo, questo, per affrontare i tempi che verranno, per esempio nel corso dei quali il gas e l'energia elettrica raggiungeranno prezzi indicibili, con aumenti inarrestabili, tali da rendere la vita difficile a tutti. Famiglie, imprese e pubblica amministrazione, con grave pericolo per l'erogazione dei livelli essenziali delle prestazioni riferite alla sanità, all'assistenza sociale all'istruzione e ai trasporti.

Quest'anno, entro il 30 settembre, esordiranno i bilanci consolidati dei Comuni (si veda NT+ Enti locali & Edilizia del 5 agosto), fatta eccezione per quelli al di sotto dei 5mila abitanti. Un appuntamento tosto, che metterà a dura prova le amministrazioni locali, la burocrazia finanziaria e i loro revisori (si veda NT+ Enti locali & Edilizia del 2 settembre). Un evento che non risparmierà, quanto a competenza tecnica, anche i consigli comunali, che non potranno affrontare la discussione e la messa ai voti al buio delle conoscenze per promuovere o dissentire sui bilanci.

Certamente l'esordio è limitato, quanto a completezza dell'informazione, alla conoscenza dei saldi recati nei bilanci delle partecipate e non già degli addendi che ne formano la somma. Al di là di ciò, siffatta tipologia di bilancio imporrà l'uniformità delle singole componenti delle partecipate, riconducibili al medesimo termine temporale e al rispetto sia della forma che della sostanza (si veda NT+ Enti locali & Edilizia del 12 settembre).

Dunque, all'indomani delle elezioni che si celebreranno il 25 settembre, ci sarà una scadenza per un importante e ineludibile adempimento burocratico per gli enti locali ultra 5mila, finalizzata alla informazione della nazione di loro prossimità dello stato di salute della loro ricchezza. Proprio per questo difficile, specie nella parte che dovrà riguardare la preventiva accurata pulizia dei bilanci delle partecipate, in larga misura costipati da crediti inesigibili e contabilmente indigeribili, mantenuti in pancia per troppo tempo per mero maquillage estetico del patrimonio netto, produttivo spesso di irragionevoli meriti.

Non adempiere a tutto questo nei termini, farà scattare l'imposto divieto di spesa corrente con conseguente danno grave per gli amministrati e, se violato, con responsabilità erariale per l'amministrazione.