Appalti

Bim, «guida» Anac per fare da bussola alle stazioni appaltanti

di Mauro Salerno

Dopo il decreto Infrastrutture che dal 2019 introdurrà l'obbligo di gestire in Bim i lavori complessi arriverà anche un provvedimento dell'Anac per guidare le stazioni appaltanti nel "salto" verso le gare improntate ai canoni del «Building information modeling». Lo ha annunciato Michele Corradino (consigliere dell'Autorità) durante il Forum sul Bim, organizzato ieri dall'Oice a Roma.

Durante il convegno l'associazione delle società di ingegneria e architettura ha presentato un'analisi delle 37 gare bandite in Italia nell'ultimo anno e mezzo facendo riferimento a metodologie Bim. Ne è uscito fuori un quadro del tutto disomogeneo. «Il termine Bim è utilizzato con significati diversi anche nello stesso bando - si legge nello studio - e in nessun caso se ne precisano i contenuti». In alcuni casi, segnala lo studio, il Bim viene citato come reuisito di ammissione, in altri come elemento premiale in sede di offerta, in altri casi « si ricava soltanto una richiesta di sviluppare il progetto in Bim, senza che ciò sia oggetto di apprezzamento in sede di valutazione dell'offerta».

Se questo è lo scenario, ha commentato Corradino «rischiamo di trovarci di fronte a una sorta di Far West del Bim, con enti che magari si inventano nuovi requisiti di ammissione alle gare, senza neppure specificare bene i contenuti della richiesta». Di qui l'intenzione di affidare a un «provvedimento, che potrebbe essere una linea guida o anche un bando-tipo, che arriverà a cascata del varo finale del decreto delle Infrastrutture» il compito di fare chiarezza «anche da un punto di vista giuridico». «Dobbiamo evitare - conclude Corradino - di generare nuovi fattori di incertezza nel mondo degli appalti».

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