Fisco e contabilità

Bollette, nuovo allarme energia anche negli enti locali: «Serve un miliardo»

I sindaci chiedono 200 milioni nel Dl quater e 800 per il 2023

di Gianni Trovati

Ci sono anche le bollette dei Comuni fra i carichi finanziari da affrontare fra manovra e dintorni. I nuovi numeri di questa ennesima tappa dell’emergenza sono stati offerti ieri da Alessandro Canelli, sindaco di Novara e delegato Anci per la finanza locale. «Chiederemo 200 milioni nel decreto Aiuti-quater e 800 nella manovra», ha spiegato Canelli. E non va dimenticato che i Comuni sono solo una parte delle amministrazioni territoriali schiacciate dal caro energia, in una platea che comprende per esempio gli ospedali dove il fabbisogno è almeno pari a quello dei sindaci. In pratica, è un’altra incognita da almeno un paio di miliardi sulla preparazione dei conti 2023.

Il problema non è da sottovalutare perché le bollette energetiche dei Comuni servono a mandare avanti servizi essenziali; per esempio gli asili e le scuole comunali, dove la temperatura dovrà peraltro fare i conti anche con le finestre aperte anti-pandemia dal momento che sui nuovi sistemi di aerazione si è dibattuto molto ma non si è fatto nulla, o l’illuminazione pubblica che fin qui ha visto qualche mini-razionamento concentrato sui monumenti delle città ma potrebbe diventare un problema di sicurezza in caso di riduzioni più profonde. «Si rischia di dover fermare i tram, tenere parti delle città al buio, spegnere completamente le luci dei monumenti e tagliare i riscaldamenti», riassume Canelli che annuncia anche una serie di proposte per destinare all’energia residui di bilancio vincolati per altre emergenze come il Covid.

Il problema non è nuovo. E anzi ha impegnato il governo Draghi per tutto l’anno, nel rapporto diretto fra Palazzo Chigi, Mef e sindaci che ha funzionato bene anche nella gestione del Pnrr. Tutti i decreti Aiuti hanno contenuto sostegni per i costi dell’energia degli enti locali, che nelle tre tappe compiute fin qui hanno cumulato 720 milioni di euro, 600 ai Comuni e il resto a Province e Città metropolitane, distribuiti di volta in volta (fin qui in tempi brevi) con i decreti del ministero dell’Interno. Le prime rilevazioni confermano però che lo sforzo non basta per tutto l’anno. Il Siope, il cervellone telematico del Mef che misura in tempo quasi reale entrate e uscite dalle casse degli gli enti pubblici, segnala che da gennaio a fine settembre gli enti locali hanno già versato 2,413 miliardi per l'energia, finiti per il 71% all'elettricità e per il 29% al gas, contro gli 1,715 miliardi spesi alle stesse voci nei primi nove mesi dello scorso anno. I rincari già subiti, 697,8 milioni di euro, hanno quindi in pratica esaurito i fondi statali resi disponibili finora. E manca la parte più delicata dell'anno.

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