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Bonatti, commesse sopra i 2 miliardi e progetto per le condotte d'acqua in Iraq

Il ceo Andrea Colombo: «Contesto difficile, ma stiamo crescendo del 15% e siamo tornati a generare cassa»

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di Ilaria Vesentini

Centrato il risultato dei 700 milioni di euro di fatturato 2022 e forte di un portafoglio commesse superiore ai 2 miliardi di euro, il gruppo Bonatti si incammina spedito verso il traguardo del miliardo di giro d'affari fissato dal piano industriale al 2026 e potrebbe anche anticipare le tappe, complice la corsa a doppia cifra degli ultimi trimestri. «Ci prepariamo a chiudere un 2023 con oltre 800 milioni di fatturato, il contesto di mercato è particolarmente favorevole, tra sviluppo delle infrastrutture oil&gas, delle water pipeline e del settore power ed energie rinnovabili. Il nostro resta un mestiere difficile, dove gli slittamenti dei cantieri sono all'ordine del giorno, ma stiamo crescendo del 15% e siamo tornati a generare cassa». Così Andrea Colombo, ceo del general contractor di Parma anticipa al Sole 24 Ore i risultati economico-finanziari appena approvati dall'assemblea dei soci (Lactalis-Parmalat e le famiglie Di Vincenzo e Ghirelli) con Ebitda salito a 85 milioni e utile netto a 4 milioni, con prospettive di sviluppo.

L'urgenza dei Paesi europei di cambiare i flussi di approvvigionamento energetico sta dando una mano ai conti di Bonatti, che si trova nel punto giusto, al centro del Mediterraneo, al momento giusto, grazie al track record di lavori nell'area balcanica e nordafricana che lo stanno premiando oggi in fase di gara. Come quella vinta in Grecia per realizzare una nuova stazione di compressione per Desfa (che gestisce il sistema di trasporto del gas ellenico) che sarà H2 ready e alimenterà il gasdotto IGB collegato alla rete bulgara e segue la precedente commessa in Grecia dove Bonatti ha costruito due terzi della Tap-Trans Adriatic Pipeline. O il progetto EPC di water pipeline acquisito in Iraq. «Nel primo trimestre abbiamo acquisito commesse per 364 milioni e siamo arrivati a circa mezzo miliardo a fine maggio, consolidando ulteriormente il portafoglio ordini – precisa il Cfo Corrado Chiesa - e la scelta di entrare anche nel ramo energetico sta riequilibrando anche la nostra presenza in Italia, che lo scorso anno pesava un 7-8% sui volumi complessivi e ora vale il 15%».

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