Urbanistica

Bonus edilizi, banche caute sugli acquisti fino alla conversione del Dl aiuti

Le numerose correzioni della legge preoccupano gli istituti sulla certezza del diritto

di Laura Serafini

Le correzioni introdotte dal decreto Aiuti che ampliano la possibilità per la banche di cedere i crediti fiscali non sono riuscite a dare liquidità al mercato. Tra gli intermediati bancari prevale la cautela: si attende la conversione del decreto in legge prima di riprendere a operare sul mercato. «Le banche sono di nuovo operative per cercare acquirenti dei crediti fiscali e per avere nuova capacità di acquisirne altri» ha chiarito sabato scorso la nota dell’Abi, che replicava all’indagine della Cna nella quale si evidenziava che ancora molte imprese non riescono a cedere i crediti fiscali sui bonus edilizi, nonostante il decreto sia entrato in vigore. Peraltro il combinato disposto con le Faq dell’agenzia delle Entrate consente agli intermediari di poter cedere i crediti fiscali ai propri clienti anche prima di arrivare alla quarta operazione. E ancora, viene consentita la possibilità di vendere un credito frazionato per annualità a diversi compratori. Tutto questo, però, ancora non basta a rimettere in moto il mercato. Gli istituti di credito stanno iniziando a vendere, ma restano prudenti sugli acquisti.

«L’instabilità del quadro normativo unitamente al massiccio ricorso al meccanismo della cessione del credito da parte del mercato (famiglie e imprese) hanno generato per banche e intermediari finanziari una attenta valutazione della sostenibilità di tali operazioni in termini di capienza fiscale. In particolare, si è determinato un progressivo esaurimento della capienza fiscale, cioè delle imposte e dei contributi da versare all’Erario da parte di gran parte delle banche», spiegava la circolare. Il senso della nota diventa più esplicito se incrociato con quanto dichiarato dal presidente di Abi, Antonio Patuelli, al Festival dell’Economia di Trento. Il presidente aveva ricordato «la ricerca con plurimi emendamenti e su plurimi veicoli legislativi» del governo per correggere le norme che avevano consentito gli abusi. «Speriamo - aveva aggiunto - che con la conversione del decreto legge la situazione si assesti. Fino ad allora non c’è la certezza che tra un mese e mezzo la normativa si sia assestata. Nel frattempo le banche hanno fatto acquisti di crediti ciascuna fino al raggiungimento del proprio tetto fiscale».

Dunque, la capienza fiscale è colma, gli istituti stanno cercando di cedere per liberare spazio, ma finché la norma non si stabilizza definitivamente resta la prudenza. Peraltro Patuelli non ha escluso il rischio che gli oltre 5 miliardi di crediti d’imposta su bonus edilizi, rimasti bloccati nel cassetto fiscale di imprese e committenti non ancora monetizzati, possano trasformarsi in crediti deteriorati. Perchè è vero che sono garantiti dallo Stato, ma se restano bloccati, dopo un certo termine le banche devono riclassificarli a Npl. «Quello che lei dice è vero - ha risposto -. Nel senso che il rischio è insito per le banche e per coloro che comprano i crediti fiscali. Non sono operazioni esenti da rischio».

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