Urbanistica

Bonus edilizi, Regioni e Province nel mercato dei crediti

Essenziale misurare prima la capienza degli acquirenti per non perdere quote inutilizzate

di Giuseppe Latour

Regioni e Province entrano nel mercato degli acquisti dei crediti edilizi. E provano a sbloccare i bonus rimasti incagliati in pancia a imprese e famiglie, contribuendo con la propria capienza fiscale a fluidificare gli ingranaggi di un meccanismo che ormai da mesi è inceppato.Il tentativo di salvataggio, l'ultimo in ordine di tempo, sta prendendo forma da diverse settimane, e sta disegnando i contorni di una tendenza che potrebbe allargarsi a sempre più territori. Ha iniziato la provincia di Treviso con un'operazione piccola (14,5 milioni ) ma molto significativa, perché è arrivata per prima. L'ente ha comprato crediti di imposta da due banche locali, con l'obiettivo di utilizzarli in compensazione diretta dei propri oneri fiscali.Lo schema è identico a tutte queste operazioni di acquisto. L'acquirente paga i crediti meno del loro valore nominale. In questo modo, ottiene un vantaggio nel momento in cui li porta in compensazione perché, in linea di principio, paga 100 euro di F24 con crediti acquisiti per 99 euro. L'operazione, quindi, è a rischio zero.

Sempre che non si comprino più crediti della propria capienza fiscale annuale. In quel caso, il pericolo è di perderli, perché non è possibile riportarli all'anno successivo. Per questo motivo, i soggetti che si stanno muovendo per entrare in questo campo fanno tutti valutazioni preliminari per misurare la propria capienza fiscale reale.È il caso della Regione Sardegna, che ha appena approvato una norma nella sua legge finanziaria (all'articolo 10) che fissa due obiettivi. Il primo è l'attivazione di un programma di acquisti di crediti da portare direttamente in compensazione. Il secondo è l'attivazione di un programma di garanzie e controgaranzie che favorisca la negoziazione dei crediti tra soggetti privati «nei limiti consentiti dalle norme e dalle circolari dell'agenzia delle Entrate». In questo modo, la Regione punta ad agevolare chi vuole vendere. La norma, promossa dall'Ance Sardegna e dal suo presidente Pierpaolo Tilocca, dovrà passare attraverso una fase attuativa. Entro 90 giorni la giunta regionale fisserà con una delibera criteri e modalità operative di queste disposizioni.

I numeri, però, sono rilevanti, perché le prime stime parlano di una capienza fiscale nell'ordine del 40-50 milioni di euro al mese.Su questa stessa linea, si sta già muovendo anche la Regione Basilicata. Per ora siamo alle dichiarazioni programmatiche, ma a breve dovrebbero arrivare le azioni. La Regione, infatti, ha pubblicato da poco una nota nella quale spiega che «intende procedere all'acquisto dei crediti fiscali delle banche derivanti dai bonus edilizi, da utilizzare in compensazione dei propri debiti fiscali». Prima, però, «si stanno raccogliendo informazioni sull'ammontare dei crediti di imposta giacenti presso il circuito bancario regionale».I soli investimenti sul superbonus in regione valgono 886 milioni a fine 2022. La stima è che i crediti incagliati nell'area, da sbloccare con l'arrivo sul mercato della Regione, siano pari a circa 200 milioni.

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