Urbanistica

Bonus facciate: saldando entro il 2021 i lavori possono essere finiti nel 2022. Battaglia sul 110%

La risposta Mef all'interrogazione Pd in commissione Finanze della Camera sullo sconto in fattura senza Sal

di Giorgio Santilli

La mancata proroga del bonus facciate oltre il 31 dicembre 2021, decisa dal governo martedì sera con l'approvazione del Documento programmatico di bilancio, non impedisce la possibilità di concludere i lavori già in corso - almeno nel caso dello sconto in fattura - oltre la data di fine anno, a condizione che il saldo della fattura relativa al 10% residuo da dare all'impresa sia pagato effettivamente entro il termine del 31 dicembre.Un primo chiarimento in tal senso arriva dalla risposta a una interrogazione Pd (Fragomeli, Nardi) data dal sottosegretario al Mef Freni durante il question time in commissione Finanze della Camera. Un'interpretazione non è una norma - auspicabile nella legge di bilancio per maggiore chiarezza - ma la posizione espressa ieri dal Mef trova rispondenza nella interpretazione dell'Agenzia delle Entrate.Vediamo di cosa si tratta esattamente.

Il documento del Mef anzitutto sintetizza l'oggetto del quesito «concernente la possibilità di fruire del c.d. bonus facciate a seguito dell'emissione della fattura a saldo da parte della ditta, con il pagamento del corrispondente 10 per cento che residua dopo l'applicazione dello sconto in fattura, entro la scadenza di dicembre, indipendentemente dallo stato di avanzamento dei lavori, che potranno essere completati anche successivamente».Vediamo cosa risponde il Mef. «È possibile optare - dice il ministero - per lo sconto in fattura anche laddove per gli interventi agevolabili con il bonus facciate non sia previsto un pagamento per stato di avanzamento lavori. Qualora non siano previsti Sal - continua il Mef - può essere esercitata l'opzione per il cosiddetto sconto in fattura, facendo riferimento alla data dell'effettivo pagamento, ferma restando la necessità che gli interventi oggetto dell'agevolazione siano effettivamente realizzati.

Tale condizione sarà ovviamente verificata dall'Amministrazione finanziaria in sede di controllo». L'esercizio dello sconto in fattura per stati di avanzamento lavori è, quindi, un'opzione per il contribuente che diversamente può saldare la fattura prescindendo totalmente dallo stato dei lavori e completandoli dopo il pagamento.Ma sui bonus edilizi si preannuncia battaglia in Parlamento. Il Pd schiera già le proprie munizioni. Se la presidente della commissione Industria della Camera, Martina Nardi, chiede che il 110% sia esteso al 2023 per tutti gli edifici e non solo per condomini e Iacp, il ministro della Cultura, Dario Franceschini, va duro proprio sulle facciate.

«È una misura che sta funzionando - ha detto - fa lavorare le imprese e rende più belli borghi e città, dai centri storici alle periferie. L'incentivo del 90% si giustifica proprio perché le facciate, pur essendo di proprietà privata, sono di fatto beni pubblici che rendono più belle o più degradate strade e piazze italiane. La misura è di semplice applicazione e di fatto è appena partita. In Cdm abbiamo insistito, e insisteremo, perché non sia eliminata con la legge di bilancio».Non aggiunge nulla, invece, allo stato dell'arte l'ipotesi, circolata molto ieri, di un décalage del Superbonus dopo il 2023: al 70% nel 2024 e al 65% nel 2025. L'ipotesi equivale di fatto a quella di una cancellazione del Superbonus dal 2024: il bonus 65% per l'efficientamento energetico esiste già. Si pensa a prorogare quello, seppellendo il 110%.

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