Amministratori

Boom della Pa digitale: cresce lo Spid (+22%) PagoPa raddoppia, 332 milioni di pagamenti

Nel 2022 saliti da 9.200 a 12.500 le amministrazioni che offrono servizi online

di Gianni Trovati

Finito poche settimane fa al centro di una maldestra discussione politica che era arrivata a ipotizzarne addirittura l’abolizione, lo Spid si rivela il traino di un’innovazione che nella Pa sembra finalmente correre. E, soprattutto, inizia a farsi sentire davvero nella percezione dei cittadini.

Il dato emerge chiaro dall’Annual Report presentato da Fpa, l’analisi a tutto campo che ogni 12 mesi tasta il polso dell’amministrazione pubblica con un occhio attento alle sue declinazioni digitali.

I numeri parlano da soli. E dicono che la platea delle amministrazioni che online non si limitano più alla vecchia vetrina ma offrono servizi è in crescita sostenuta: a fine 2022 sono oltre 12.500 gli enti pubblici attivi su Spid, il sistema pubblico di identità digitale, con un aumento del 36% rispetto ai 9.200 enti censiti un anno prima.

Con l’offerta si gonfia ovviamente anche la domanda. Come mostra il balzo delle identità digitali su Spid arrivate a 33,5 milioni, cioè il 24% in più dei 27,4 milioni di fine 2021. E corrono anche le carte di identità elettroniche: sono nel portafoglio di 32,7 milioni di cittadini, con una crescita del 26% in 12 mesi.

Cifre del genere indicano che per una fetta ormai maggioritaria degli utenti gli uffici pubblici in versione virtuale sono diventati abituali quasi quanto quelli fisici. Anche per pagare tributi, tasse e tariffe, in una spinta che unisce la disponibilità dei canali di pagamento digitale e il cambio di abitudini generato dalla pandemia: si spiega con questi due fattori il +103% in un anno fatto registrare dal numero di transazioni con PagoPa, che nel 2022 sono state 332 milioni e hanno cumulato un valore di oltre 61 miliardi di euro (+80%). La spinta coinvolge in pieno anche gli enti locali, dal momento che nei 108 Comuni capoluogo l’indice di copertura dei servizi online monitorati è salito dal 67% del 2021 all’82%, e la quota di quelli accessibili tramite Spid è arrivata al 71%: anche nei Comuni le transazioni tramite PagoPa sono raddoppiate.

Quell’innovazione che per anni è stata argomento da convegni o da documenti programmatici, insomma, è diventata finalmente una realtà quotidiana. E, punto questo davvero decisivo, percepita dagli italiani.

Lo spiegano i risultati di una rilevazione condotta in occasione dell’Annual Report: il 67% degli interpellati riscontra benefici reali dalla digitalizzazione per cittadini e imprese, il 41% vede un miglioramento nell’ultimo anno e il 35% rileva anche un’evoluzione positiva nella semplicità di utilizzo dei canali informatici.

«Il Report delinea una innovativa inversione di tendenza», esulta il ministro per la Pa Paolo Zangrillo sottolineando anche che «il 29% dei giovani tra i 18 e 34 anni considera la pubblica amministrazione un’opportunità di lavoro valida e professionalizzante». «La Pa italiana non arriva impreparata all’appuntamento con il Pnrr - riassume Carlo Mochi Sismondi, presidente di Fpa - ma deve superare alcune debolezze strutturali che richiedono nuove competenze e motivazioni, con profili professionali adeguati ai bisogni attuali». Perché senza incidere davvero sul punto debole del sistema, rappresentato da organici e reclutamento, diventa difficile tenere davvero il ritmo dell’innovazione.

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