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Caldaie a gas, spiraglio sul divieto di vendita

Regolamento ecodesgn: sotto esame le situazioninelle quali non sarà possibile la sostituzione delle caldaie

di Giuseppe Latour

Per adesso è solo una breccia. Ma nelle prossime settimane potrebbe allargarsi e portare a rivedere il divieto di immissione sul mercato delle caldaie a gas a partire dal primo settembre del 2029.

La breccia è contenuta in un invito che la Commissione europea ha inviato martedì scorso ai soggetti che stanno partecipando alla fase di consultazione pubblica delle bozze dei regolamenti Ecodesign ed Ecolabelling. Dopo l’incontro del 27 aprile (si veda Il Sole 24 Ore del 28 aprile), si era aperta una fase di otto settimane, durante la quale i portatori di interessi possono inviare all’esecutivo comunitario i loro pareri tecnici. Non erano in programma altri incontri, almeno fino a martedì, quando da Bruxelles è stata convocata una nuova riunione tecnica per il 12 giugno.

All’ordine del giorno ci sono quattro punti. Il primo di questi riguarda proprio il divieto di immissione sul mercato delle caldaie. Bisogna ricordare, infatti, che la bozza di regolamento Ecodesign introduce, di fatto, un divieto che si materializza attraverso la definizione di un limite minimo di efficienza stagionale, da rispettare da settembre del 2029, per la categoria delle caldaie pari al 115 per cento. Questo limite taglierà fuori dal mercato qualsiasi caldaia, indipendentemente dalla possibilità di essere alimentata con combustibili rinnovabili.

Nel corso dell’incontro di fine aprile la Commissione aveva ribadito, sostenuta da diversi soggetti, la sua volontà di procedere su questa linea. Ma era stato anche nutrito il fronte dei contrari: tra i Paesi membri, la posizione più dura è stata proprio quella dell’Italia. Ma perplessità sono state espresse anche da Polonia, Slovacchia, Romania, Croazia, Repubblica Ceca. Oltre che da diverse associazioni.

Questi dubbi sembrano avere indotto Bruxelles a convocare un nuovo incontro. Secondo i pareri espressi da alcuni stakeholder - spiega la Commissione nel suo invito -, «possono esserci situazioni particolari nelle quali potrebbe non esserci una soluzione tecnica per sostituire la caldaia a gas con una delle alternative disponibili», dopo che saranno scattati i parametri di efficienza più restrittivi del 2029. L’argomento è oggetto di dibattito anche tra i tecnici: quindi, su questi limiti di fattibilità esistono pareri discordanti. Le questioni più dibattute, comunque, riguardano le dimensioni più ingombranti di alcuni apparecchi e il fatto che, in qualche caso, gli impianti dotati di termosifoni non funzionerebbero in modo altrettanto efficiente con tecnologie diverse dalle caldaie.

Se ne parlerà il 12 giugno, quando ai diversi esperti sarà richiesto supporto per identificare queste situazioni e indicare possibili eccezioni al divieto. Lo schema, quindi, potrebbe essere quello di lasciare il requisito generale del 115%, indicando delle situazioni limitate nelle quali è possibile non considerarlo. Uno schema che non piace ai produttori di caldaie, che invece vorrebbero una deroga ampia, con limiti di efficienza effettivamente raggiungibili, per tutti gli apparecchi in grado di funzionare con miscele di gas rinnovabili, riproducendo l’impostazione della revisione della direttiva Epbd, che contemporaneamente si avvia al trilogo.

I prossimi giorni serviranno a capire quale impostazione sarà effettivamente sostenibile per Bruxelles. I tempi delle decisioni, comunque, saranno molto stretti, perché la Commissione nelle scorse settimane ha già annunciato la volontà di chiudere la revisione dei regolamenti Ecodesign ed Ecolabelling entro il primo trimestre del 2024. In autunno, allora, dovrà esserci un testo definito da portare al voto di Consiglio e Parlamento europeo.

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