Fisco e contabilità

Canone unico, molti gestori di telefonia mobile eludono il pagamento - La segnalazione di Anutel all'Authority

Anutel ha evidenziato le difficoltà degli enti locali chiedendo all'Agcom di mettere a disposizione le banche dati degli operatori

di Giuseppe Debenedetto

Le aziende di telecomunicazioni che erogano il servizio «in via mediata», cioè utilizzando infrastrutture di altri soggetti, nella maggior parte dei casi non hanno presentato alcuna dichiarazione né tantomeno effettuato il versamento del nuovo canone unico patrimoniale, che dal 2021 ha sostituito l'intero comparto dei tributi minori (Icp, Tosap, eccetera).

Lo segnala l'Anutel (Associazione nazionale uffici tributi enti locali) con una nota inviata all'Autorità per le Garanzie nelle Comunicazioni (Agcom), evidenziando le difficoltà degli enti locali nell'effettuare i dovuti controlli e chiedendo all'Agcom di mettere a disposizione le banche dati degli operatori e dei gestori di infrastruttura.

L'Anutel fa presente che una delle principali novità della nuova entrata è l'introduzione della soggettività passiva «in via mediata» delle aziende che erogano pubblici servizi utilizzando infrastrutture di altri soggetti, prevista dall'articolo 1, comma 831, della legge 160/2019, nella versione modificata dalla legge di bilancio 2021.

Il legislatore ha espressamente previsto, anche per le società che utilizzano le infrastrutture di altre compagnie telefoniche, la dichiarazione e il pagamento del canone unico in base al numero complessivo delle utenze risultante al 31 dicembre dell'anno precedente, da effettuarsi entro il 30 aprile di ciascun anno in unica soluzione attraverso la piattaforma PagoPA.

Tuttavia, dall'analisi dei primi dati forniti dai Comuni è emerso che questa nuova norma non è stata ancora correttamente recepita dalle aziende di telecomunicazioni, che nella maggior parte dei casi non hanno presentato né la dichiarazione né effettuato i dovuti versamenti.

Si apre quindi in modo evidente la difficoltà da parte degli enti locali nel garantire un corretto controllo e assolvimento degli obblighi che il legislatore ha posto in capo alle compagnie che utilizzano le infrastrutture di comunicazione in via mediata. Si tratta di un settore avanzato tecnologicamente che ha visto in questi anni la presenza sul mercato di diverse aziende che erogano servizi internet e voce sfruttando le moderne fibre ottiche.

I Comuni peraltro non hanno a disposizione gli strumenti per permettere l'individuazione dei soggetti economici interessati e il numero di utenze servite da ciascun operatore, nell'ambito del proprio territorio di competenza. Elementi di conoscenza fondamentali per poter attivare qualsiasi azione di recupero dei canoni dovuti.

Sul punto l'Anutel evidenzia che Agcom ha già attuato importanti direttive volte a realizzare una banca dati di tutte le reti di comunicazioni, con raccolta puntuale dei dati da parte degli operatori e dei gestori di infrastruttura. Banche dati e sistema di mappatura che dovrebbero essere condivise con gli enti locali in quanto di fondamentale importanza e utilità per l'attività di verifica delle posizioni debitorie del canone unico.

Anutel chiede quindi all'Authority di assumere ogni opportuna iniziativa volta a consentire il giusto rapporto tra le aziende del settore comunicazione e gli enti locali, nonché qualsiasi utile forma di collaborazione che permetta a Comuni, Province e Città Metropolitane di incassare le somme della nuova entrata patrimoniale dovute per legge.

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