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Caro-materiali, l'Anac chiama in causa le Infrastrutture: per intervenire sui prezzi servono norme ad hoc

L'Anticorruzione gira a Giovannini le richieste di intervento ricevute dalle imprese: ora impossibile modificare i contratti

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di Mauro Salerno

Non ci sono spazi di manovra per un intervento di revisione prezzi a valle di contratti stipulati senza prevedere questa possibilità. Anche l'ipotesi di ricorrere a una variante in corso d'opera per assorbire tramite una modifica contrattuale l'aumento imprevisto dei prezzi in cantiere non è una strada facilmente praticabile con le norme attuali. Per introdurre meccanismi di compensazione degli extra-costi subiti dalle imprese a causa della fiammata dei materiali da costruzione servono norme ad hoc.

È quanto segnala l'Anac in una lettera indirizzata al ministero delle Infrastrutture, dopo aver esaminato la richiesta di un intervento sollecitata dall'associazione costruttori (Ance) e anche da singole aziende sul fronte dell'impennata dei prezzi dei prodotti da costruzione negli ultimi mesi. Una fiammata che, come ricorda la stessa Autorità, travalica «le normali fluttuazioni del mercato»e rischia «di compromettere la regolare esecuzione dei lavori affidati».

In assenza di novità legislative gli spazi di manovra delle imprese sono molto limitati. Il prezzo del acciaio è cresciuto del 130% tra novembre 2020 e marzo 2021. Quello del bitume è salito del 15% mentre il costo del cemento è aumentato di circa il 10% solo a gennaio mentre il legno ha evidenziato un rimbalzo del 20 per cento. E non finisce qui. Nello stesso periodo (novembre-febbraio) il prezzo del polietilene (plastiche) ha subito un incremento di circa il 40%, il rame del 17 per cento, petrolio e derivati del 34 per cento.

Rincari che hanno messo in agitazione le imprese incapaci di ribaltare a valle gli aumenti di costo subiti a monte. Motivo? L'Autorità ricorda che il codice appalti (articolo 106, comma 1) stabilisce che eventuali meccanismi di revisione dei prezzi a cantieri aperti deve essere prevista in anticipo nei documenti contrattuali «mediante clausole chiare, precise e inquevocabili».

In assenza di questa previsione, come accade nella quasi totalità dei casi, l'applicazione di meccanismi di revisione dei prezzi «si presenta come alquanto problematica». Anche l'idea di ricorrere a una variante in corso d'opera non è una soluzione agevole. Neppure provando a ricondurre l'esplosione del prezzo dei materiali alle conseguenze della pandemia. Anche in questo caso, segnala l'Autorità, si verificherebbero una serie di problematiche «connesse in particolare alle attività di rilevazione delle variazioni dei prezzi, di quantificazione dell'effettivo impatto delle variazioni sull'importo contrattuale e di verifica di una adeguata copertura economica, che non appaiono superabili in assenza di indicazioni da parte del legislatore».

Di fronte a questo scenario l'Anac fa un passo indietro, ritenendo «impossibile un suo intervento». L'unica possibilità rimane quella di un intervento legislativo. Di qui la scelta di coinvolgere le Infrastrutture, mettendo il ministro Giovannini a conoscenza delle segnalazioni ricevute dalle imprese, «per eventuali seguiti di competenza».

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