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Caro-materiali, arriva (dall'Ance) lo schema di istanza per fermare il cantiere

Diffuso al sistema associativo il documento da inviare la stazione appaltante per una sospensione (totale o parziale) per cause di forza maggiore

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di Massimo Frontera

Dopo settimane di pressanti segnalazioni e richieste al governo di intervenire rapidamente sul caro materiali per scongiurare il blocco dei cantieri pubblici - in corso e quelli di prossima aggiudicazione - l'associazione dei costruttori si attrezza per difendersi dallo tsunami prezzi. L'Ance ha da poco diffuso al sistema associativo uno schema di istanza con cui l'impresa potrà chiedere alla stazione appaltante la sospensione dei lavori, totale o parziale, a seconda dei casi. Nel documento - da adattare alle varie circostanze - si ricordano gli incrementi record che hanno interessato «acciaio, cemento, prodotti petroliferi, rame, materiali plastici e loro derivati». Si ribadisce inoltre che «i principali centri di trasformazione siderurgici, impianti per la produzione di laterizi, conglomerati bituminosi, conglomerati cementizi, isolanti, materie plastiche, prodotti ceramici ed in generale di tutti i materiali utilizzabili in edilizia hanno sospeso o stanno decidendo di sospendere l'attività».

A questo si aggiunge «un rincaro straordinario dei costi dell'energia elettrica, del gas e del petrolio, che, iniziato dalla seconda metà del 2021 si è ulteriormente aggravato a causa delle note vicende del conflitto russo-ucraino». Nello scenario evocato dai costruttori si segnalano «pregiudizievoli fenomeni inflattivi e difficoltà di approvvigionamento delle materie prime, che stanno producendo straordinari incrementi dei prezzi di acquisto praticati dalle aziende fornitrici, nazionali ed estere». Le importazioni di materiali edili dalla Cina, segnala l'Ance, si sono molto ridotte e comunque vedono oggi prezzi sono fortemente aumentati. È in atto, denunciano i costruttori, «un micidiale effetto domino, tale per cui i fornitori e/o i subappaltatori stanno revocando gli impegni contrattuali a suo tempo assunti, in quanto non più in grado di onorarli alle condizioni ivi stabiliti, se non aumentando enormemente i preventivi».

Da ultimo, le restrizioni dovute alla guerra in Ucraina «stanno provocando anche la sostanziale irreperibilità, sia sul mercato comunitario che nazionale, di alcuni materiali di cruciale importanza, quali i prodotti derivanti dalla lavorazione del petrolio (materiali bituminosi e isolanti) e del ferro». L'ultima bastonata è l'aumento dei carburanti che ovviamente incide sulle voci di costo di trasporti e noli. Tutto questo porta a una «ingestibile situazione nei cantieri» e alla necessità di fermare i lavori per tutte le circostanze ricordate le quali configurano una causa di forza maggiore. Da qui la richiesta di fermare i lavori ai sensi dell'art. 107, comma 3, del codice appalti, abbinata alla richiesta di prorogare il termine contrattuale dei lavori per il corrispondente tempo del fermo. Contestualmente lo schema prede la richiesta di una perizia di variante, ai sensi dell'articolo 106, comma 1, lettera c).

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